La medicina palliativa si prende cura dei pazienti che non possono più guarire. Deve essere rapida, efficace, in grado di migliorare la qualità di vita delle persone. L’Hospice Cascina Brandezzata di Milano la pratica con un approccio integrato tra medicina accademica e complementare.
White chestnut, il fiore di ippocastano bianco
White Chestnut è il fiore di Bach per chi è che è assillato da pensieri spiacevoli, non riesce a riposare la mente e fatica a prendere sonno la notte.
White chestnut, il fiore di Bach per chi fa pensieri ossessivi
Per quelli che non possono evitare che nella loro mente affiorino pensieri, idee e ragionamenti che non desiderano. E questo di norma accade nei momenti in cui il loro interesse per il presente non è abbastanza forte da occupare del tutto la loro mente. Pensieri che preoccupano, e se cacciati per un momento, ritorneranno. Sembra che essi girino in tondo e impongano una tortura mentale. La presenza di questi pensieri spiacevoli toglie la pace e impedisce di concentrarsi sul lavoro o sul piacere quotidiano.
Stati d’animo per cui è indicato il white chestnut
Il white chestnut (il fiore dell’ippocastano bianco) è il rimedio per chi non riesce a rilassarsi a livello mentale. È esperienza comune rivivere con se stessi un colloquio precedente, una situazione oppure dialogare con se stessi. Quando però questo stato d’animo è frequente, quando la mente ha gli stessi pensieri, spiacevoli, la occupano senza dare tregua, siamo in presenza dello stato patologico white chestnut. Bach equipara questo stato mentale a quello del disco rigato, che fa saltare il ‘pick-up’ sempre allo stesso punto. La persona white chestnut soffre sovente di alcuni malesseri: cefalee croniche, a causa del logorante lavorio mentale e soprattutto di insonnia, perché i pensieri fuori controllo si presentano incessantemente alla mente e non le permettono di rilassarsi. È anche molto distratta perché ha la mente sempre occupata da pensieri fastidiosi, che assorbono tutta l’attenzione. Si tratta di immagini di esperienze vissute personalmente, di grane sul lavoro, di errori commessi, di conversazioni. In questo stato d’animo è un continuo riviverli, spesso in un dialogo interiore che si riflette a livello fisico nel muovere le labbra senza sosta, in silenzio. La persona white chestnut darebbe qualunque cosa per liberarsi da questa faticosa, e inutile, attività mentale.
Come si riconosce una persona dalla personalità “white chestnut”
Una persona dalla personalità white chestnut si riconosce da una serie di frasi tipo: “Mi sveglio nelle prime ore del mattino e non riesco più ad addormentarmi”, “Mi capita la sera di rivivere mentalmente una discussione che ho avuto durante la giornata e vado avanti ore a pensare cosa avrei dovuto dire o quale contegno avrei potuto tenere”, “Mi sembra di avere una macina da mulino in testa, che trita sempre gli stessi pensieri”.
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L’Ospedale di Pisa propone l’oncologia integrata, ovvero l’omeopatia ai pazienti in terapia oncologica, per limitare gli effetti collaterali della chemioterapia. E ha messo a punto un’anestesia che si avvale di agopuntura e omeopatia al posto degli oppiacei.
Con rigore e professionalità, i ricercatori italiani sperimentano l’omeopatia per approfondirne le dinamiche e gli utilizzi. Del resto l’omeopatia nasce proprio dalla ricerca: per mettere a punto e capire l’azione dei medicinali omeopatici, il Dottor Samuel Hahnemann sperimentava su se stesso, sui suoi familiari, amici e pazienti. Ad oggi digitando la parola ‘homeopathy’ su Pubmed,
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Ci ha raccontato i suoi dubbi, il suo senso di responsabilità, la sua visione dell’omeopatia. Christian Boiron è il direttore generale del Gruppo Boiron, gruppo farmaceutico familiare e indipendente, fondato nel 1932 da due farmacisti, Jean e Henri Boiron, nei pressi di Lione. Oggi il gruppo conta quasi quattromila dipendenti (di cui duecento in Italia) e
Si tratta del più importante studio farmaco-epidemiologico mai realizzato nel campo della medicina generale in Francia. Una ricerca indipendente durata 7 anni ha esaminato il decorso di migliaia di pazienti per stabilire se ci fossero differenze significative tra chi si curava per le malattie più comuni andando da medici allopatici (quelli “convenzionali”) o da medici
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