Un gruppo di studenti universitari ha raggiunto la città di Kaifeng l’8 novembre dopo cinque ore di viaggio in sella a biciclette in sharing
Wi-fi, internet sempre e comunque
Bluetooth, Umts, Gprs e Wi-Fi. Chi l’avrebbe detto che, nell’arco di pochi anni, avremmo potuto scegliere tra così tante opzioni per navigare in rete.
Il Wi-Fi, acronimo di “Wireless Fidelity” scelto dalla “Wireless
Ethernet Compatibility Alliance” per indicare le nuove connessioni
aeree, fa riferimento al mondo delle reti locali wireless, alla
possibilità di interconnettere tra loro due o più
computer senza bisogno di costose cablature. Nato per colmare
l’ultimo miglio, quella parte fisica della connessione che entra
nei nostri appartamenti, ancora monopolio delle grandi compagnie
telefoniche, il Wi-Fi permette di creare una Lan in casa o in
ufficio con poca spesa e nessuna distruzione di muri. Grazie a una
serie di punti di accesso sparsi sul territorio, sarà
possibile collegarsi a Internet in casa, in giardino o seduti a un
caffè, in poche parole sempre e comunque.
In attesa dell’Umts, il Wi-Fi si è già affacciato
negli Stati Uniti e, in pochi mesi, ha spopolato, creando
l’aspettativa di “banda larga wireless per tutti”. Per navigare in
modalità “senza fili”, basta avere un computer portatile o
un palmare dotati di scheda Wi-Fi e una microantenna che dialoga
con un punto di accesso principale, solitamente connesso ad alta
velocità tramite connessione dedicata o linea telefonica. A
Seattle è già operativa una wireless Lan che connette
senza fili l’intera città, dando accesso a un WWW veloce ed
economico.
Alla base del progetto “Seattle Wireless” c’è l’intenzione
di tagliare i costi di connessione, eliminando le spese di
installazione e le tariffe imposte dalle locali compagnie di
telecomunicazione. Unico neo della rivoluzione “senza fili”: le
antenne dei punti d’accesso installate dai provider. Queste, nei
prossimi anni, copriranno sempre di più i nostri centri
urbani, decorando i tetti di case, scuole e uffici.
Luca Bernardelli
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