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I vincitori dei Sony World Photography Awards 2016 sono stati annunciati. Ecco gli scatti vincenti immortalati in tutto il mondo da alcuni dei migliori fotografi professionisti e amatoriali. Premiati molti italiani.
I Sony world photography awards sono il concorso fotografico più grande al mondo: 230mila immagini di fotografi provenienti da 186 nazioni e 61 premi nazionali conferiti a fotografi professionali, amatoriali e studenti in 28 categorie. I vincitori dell’edizione del 2016 sono stati annunciati il 21 aprile a Londra, nel Regno Unito, e 500 tra le migliori immagini saranno in mostra alla Somerset House, uno degli edifici più prestigiosi di Londra, tra il 22 aprile e l’8 maggio.
I Sony world photography awards vengono organizzati ogni anno dalla World photography organisation, un’organizzazione internazionale che promuove l’arte della fotografia in tutto il mondo, con iniziative che coinvolgono appassionati e professionisti. Ai vincitori spettano premi come la migliore attrezzatura fotografica della Sony e l’opportunità di vedere esposti i propri lavori nella capitale britannica.
Oltre ai quattordici premi assegnati ai professionisti nelle rispettive categorie, ai dieci per i fotografi amatoriali, ai tre attribuiti a ragazzi under 19 e al premio della sezione studenti, la nona edizione ha conferito al fotografo iraniano Asghar Khamseh il titolo di Iris d’or, Photographer of the year per gli scatti raffiguranti le vittime di aggressioni con acido. Nella serie Fire of Hatred, Khamseh mette in luce il trauma fisico e psicologico delle persone che sono state sfigurate di proposito – soprattutto donne e bambini – a cui, di conseguenza, è stata rovinata la vita sociale e le prospettive future.
Il duo artistico cino-giapponese RongRong & inri ha ricevuto l’Outstanding contribution to photography. “Quando si sono incontrati non parlavano neanche la stessa lingua, l’unico linguaggio con cui potevano comunicare era la fotografia”, spiega la curatrice della mostra Zelda Cheatle. Da allora hanno trascorso decine di anni a documentare la loro vita di coppia e la nascita dei loro tre figli. Hanno svolto un ruolo fondamentale nel dare un’identità alla fotografia cinese fondando tra le altre cose il primo luogo del paese dedicato a questa forma d’arte.
Dal realismo sociale – lo stile degli scatti intensi del vincitore del premio Portraiture nella categoria professionisti Marcello Bonfanti che raffigurano le persone sopravvissute al virus Ebola in Sierra Leone – alle questioni ambientali – tema della serie #365, Unpacked di Antoine Repesse che è arrivata al terzo posto tra gli scatti professionali della categoria Campaign e mostra la quantità di spazzatura accumulata dall’autore in un anno – gli awards di quest’anno raccontano infinite storie in stili differenti e da vari punti di vista.
Prendiamo, ad esempio, un pomodoro sporco di terra e impronte di dita. Si tratta del soggetto della serie Migrant Tomatoes, che è valsa all’autore Francesco Amorosino il primo posto tra i fotografi professionisti della sezione Still Life. “Un oggetto semplice come un pomodoro può contenere moltissime storie,” ha detto Amorosino, che viene dall’Italia meridionale. In questa parte di mondo la stagione del raccolto di pomodori è una tradizione importante che unisce le famiglie e la gente dei vari rioni. “Ha a che fare con il mio paese di origine”, spiega il fotografo. Ma dietro la raccolta di pomodori si cela un’amara verità: le persone che raccolgono i pomodori “sono soprattutto immigrati che vengono pagati uno o due euro per ogni cassa che riescono a riempire”, e che lavorano in condizioni tremende. “La scorsa estate sono morte tredici persone nei campi a causa del caldo,” conclude Amorosino.
Sia che ci facciano riflettere, che siano belle, scioccanti, ispiratrici o tutte queste cose messe insieme, le fotografie di questa edizione dei Sony world photography awards ci fanno viaggiare con la mente nello spazio e nel tempo senza freni. E questo evento rappresenta un momento unico in cui fotografi provenienti da contesti molto diversi e con abilità differenti condividono con il resto del mondo le storie speciali a cui hanno assistito attraverso il filtro dei loro occhi.
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