Qual è lo scatto più iconico dell’anno appena trascorso? Sicuramente uno dei finalisti del World press photo, che proclamerà i vincitori il 15 aprile 2021.
Quanto un’immagine colpisca più di mille parole lo abbiamo compreso forse mai come durante l’anno 2020 così devastante. La forza degli scatti è insieme dirompente e chiarificatrice ed è capace di mettere in luce ciò che in altro modo forse sarebbe incomprensibile. E se ci pensiamo, la fotografia senza luce non esisterebbe. Il World press photo è la massima espressione del fotogiornalismo e dal 1955 questo concorso internazionale premia i migliori fotografi al mondo che con le loro immagini hanno saputo raccontare ciò che avviene a ogni latitudine. I vincitori dell’edizione 2021 verranno annunciati il 15 aprile 2021, ma ora possiamo ammirare gli scatti finalisti.
World press photo 2021: immagini che raccontano un anno di enormi sconvolgimenti
Il concorso prevede diverse sezioni e quindi premi, le principali sono il World press photo of the year, dedicato a un singolo scatto, e il World press photo story of the year, introdotto nel 2019 che premia il fotografo “la cui creatività visiva e abilità hanno prodotto una storia con eccellenti editing e sequenza fotografici, su un grande evento o una questione di rilevanza giornalistica del 2020”. Sono inoltre premiati gli scatti ripartiti in otto categorie: contemporary issues, ambiente, general news, progetti a lungo termine, natura, persone, sport e spot news. Ogni categoria ha tre finalisti per scatti singoli e tre per le storie.
Per questa edizione la giuria ha esaminato le opere di 4.135 fotografi provenienti da 130 paesi, per un totale di 74.470 immagini, tra le queli anche quelle di tre italiani: Antonio Faccilongo, Gabriele Galimberti e Lorenzo Tugnoli. Oltre alle foto delle due categorie principali che abbiamo raccolto nella gallery sovrastante, vi consigliamo di ammirare gli scatti che hanno come tema l’ambiente: il lavoro di questi fotografi mostra con cruda realtà quante siano state nell’ultimo anno le catastrofi che hanno punito il pianeta. Interessanti anche le sezioni dedicate ai prodotti video o interattivi che rendono questo concorso davvero attuale.
Congratulations to the six nominees for the World Press Photo Online Video of the Year: ‘A Racist Attack Was Caught on…
“Le immagini, le storie e le produzioni nominate che presentiamo oggi presentano diverse prospettive di uno degli anni più importanti della storia recente, segnato dall’impatto della pandemia COVID-19 e dei movimenti per i diritti sociali in tutto il mondo. Tra i candidati ci sono storie straordinarie di speranza, resilienza e cambiamento sociale. Vorrei ringraziare la giuria indipendente per la dedizione e l’impegno nella selezione delle storie che contavano nel 2020 “, ha affermato Joumana El Zein Khoury, direttore esecutivo della World press photo foundation.
World press photo 2020: al Forte di Bard in mostra gli scatti dello scorso anno
Dal 10 marzo al 15 aprile la fortezza valdostana ospita le 140 immagini vincitrici del World press photo 2020. Yasuyoshi Chiba è risultato il vincitore della foto dell’anno con Straight voice. Lo scatto ritrae un giovane che, illuminato dai telefoni cellulari dei suoi compagni, recita poesie nel corso di una manifestazione di protesta che reclama un governo democratico per il Sudan, durante un blackout a Khartum, il 19 giugno 2019. Se abitate in Valle d’Aosta – una delle poche regione rimaste in zona gialla – non perdete l’occasione di visitare questa mostra in una location davvero suggestiva.
L’Alta corte di Londra ha riconosciuto i timori di processo ingiusto: Assange potrà ricorrere in un nuovo appello contro l’estradizione richiesta dagli Stati Uniti.
Motaz Azaiza in questi mesi ha documentato in presa diretta la distruzione causata da Israele nella Striscia di Gaza. Ora che ha lasciato il territorio, il suo lavoro non si è fermato.
L’allarme del Comitato per la protezione dei giornalisti. Cina, Myanmar, Bielorussia i più repressivi, Israele dopo il 7 ottobre. In Iran a rischio le donne.
12 giornalisti sono morti sotto le bombe di Israele, tre per l’attacco di Hamas. Il Comitato per la protezione dei giornalisti (Cpj) chiede di fermare questa strage.
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