Il settore automotive sta vivendo una trasformazione epocale. Passare all’elettrico non basta, serve ripensare l’intera filiera, le competenze e le tecnologie. A dirlo i dati della ricerca condotta dal Politecnico di Milano per Geely Italia.
Woven City sarà alimentata da celle a combustibile di idrogeno. Al suo interno si sfrutteranno robotica, intelligenza artificiale e guida automatizzata.
Woven City, la città del futuro in cui tutti gli ecosistemi sono connessi, diventerà presto realtà. A fine febbraio, nel vecchio cantiere automobilistico adiacente all’ex stabilimento Higashi-Fuji, Toyota Motor Corporation ha organizzato la cerimonia della posa della prima pietra del progetto, annunciato al Ces di Las Vegas del 2020. Woven City – che sarà interamente alimentata da celle a combustibile di idrogeno – si incardina nel processo di trasformazione di Toyota da casa automobilistica in azienda di mobilità, con le persone al centro e l’obiettivo di produrre felicità per tutti.
La città si estenderà su un’area di 70 ettari alla base del monte Fuji. Inizialmente ospiterà circa 360 residenti, principalmente anziani, famiglie con bambini e inventori: sarà una sorta di laboratorio dal cuore pulsante nel quale gli abitanti potranno testare, in un ambiente reale, tecnologie come la robotica, l’intelligenza artificiale e la guida automatizzata. Mettere l’uomo al centro per lo sviluppo della comunità è l’idea alla base del progetto che, si auspica, potrà offrire nuove opportunità alle imprese e ai ricercatori di tutto il mondo; attraverso lo sviluppo tecnologico e i nuovi servizi, Toyota vuole contribuire alla creazione di una società migliore per tutti.
Dopo questa prima fase sperimentale, la città si svilupperà fino a raggiungere una popolazione di oltre 2mila persone. “Il progetto Woven City – ha dichiarato il presidente di Toyota, Akio Toyoda – inizia ufficialmente oggi. Agire come si è deciso non è mai un compito facile. Desidero esprimere la mia più profonda gratitudine a tutti coloro che fino ad oggi hanno collaborato e supportato il progetto. Insieme ai nostri partner, affronteremo la sfida di creare una società futura in cui tutti possano vivere felici”. I punti fermi della nuova realtà urbanistica, ha aggiunto, sono rappresentati dall’essere “incentrata sull’uomo”, “un laboratorio vivente” e “in continua evoluzione”.
Molte delle novità più interessanti riguardano ovviamente il futuro della mobilità. Woven City avrà tre tipi di percorsi stradali intrecciati tra loro: uno dedicato alla guida automatizzata, uno ai pedoni e uno ai pedoni con veicoli per la mobilità personale; è prevista inoltre una viabilità sotterranea che verrà utilizzata per il trasporto merci. Tutta la città è progettata per essere completamente sostenibile, con edifici realizzati per lo più in legno per ridurre al minimo le emissioni di CO2; i tetti saranno provvisti di pannelli fotovoltaici per generare energia solare, oltre a quella prodotta dalle celle a combustibile a idrogeno. Grazie alla domotica e all’intelligenza artificiale, attraverso dei sensori le case potranno rispondere alle principali esigenze degli abitanti, migliorare la loro vita quotidiana e controllarne la salute.
Un ruolo importante lo giocherà anche il verde, con vegetazione autoctona e idroponica che caratterizzerà buona parte del tessuto urbano. Si tratta insomma di un progetto proiettato nel futuro, che nasce però da un percorso di avanzamento tecnologico legato ai 53 anni di attività del sito produttivo. Come ha ricordato il presidente di Tmej, Kazuhiro Miyauchi, “le conoscenze e le competenze che abbiamo acquisito grazie a tutte le persone che hanno svolto il proprio lavoro in questo stabilimento saranno la base per sviluppare questo nuovo capitolo. Offrirò la massima collaborazione in futuro, nella convinzione che Woven City non sorgerà su un semplice terreno ma su un luogo che ha fatto la storia di questo stabilimento”.
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