Il Wyoming è il primo Stato americano a vietare l’aborto farmacologico

Il Wyoming è il primo stato americano a vietare la prescrizione, la vendita e l’uso di pillole abortive. La normativa entrerà in vigore a luglio.

Il governatore repubblicano del Wyoming Mark Gordon ha firmato il 17 marzo un disegno di legge che rende reato prescrivere, vendere o utilizzare qualsiasi medicinale allo scopo di procurare un aborto. I trasgressori rischiano fino a sei mesi di carcere e una multa di novemila dollari. La normativa dovrebbe entrare in vigore dal 1 luglio e non riguarderà la pillola del giorno dopo o il trattamento per proteggere una donna la cui salute è in pericolo.

Il Wyoming è così diventato il primo stato degli Stati Uniti a vietare solo l’aborto farmacologico, separandolo dal divieto generale dell’interruzione di gravidanza. Questa decisione aggiunge slancio a una crescente spinta da parte di diversi Stati conservatori a prendere di mira l’aborto farmacologico, metodo utilizzato in più della metà delle interruzioni di gravidanza negli Stati Uniti.

Lo stato, infatti, è uno dei tanti in cui sono in corso lotte normative per ostacolare l’aborto, dopo che il 24 giugno 2022 la Corte Suprema ha annullato la storica sentenza Roe v Wade del 1973 che riconosceva il diritto federale delle donne all’aborto e lo legalizzava a livello nazionale.

L’aborto nel Wyoming

Il governatore Gordon ha detto di aver firmato il disegno di legge perché rafforza e garantisce una maggiore “protezione per i nascituri”, ma questo non è il primo provvedimento volto a ostacolare l’interruzione di gravidanza. Lo stato, infatti, l’anno scorso aveva emanato un divieto nei confronti di quasi tutti gli aborti, anche se il caso è ancora pendente davanti a un giudice che ne ha bloccato l’applicazione.

Il governatore ha anche affermato di aver consentito l’emanazione, senza la sua firma, di un disegno di legge entrato in vigore il 19 marzo che vieta le procedure convenzionali di aborto tranne quando necessario per proteggere la salute e la vita della madre, o in caso di stupro o incesto. L’eccezione è anche consentita per interrompere una gravidanza se i medici determinano che vi è un’anomalia letale del feto.

Poiché è molto probabile che queste nuove leggi vengano ostacolate a livello legale da associazioni che si battono per i diritti riproduttivi, il governatore del Wyoming ha sollecitato un referendum statale a riguardo.

La Corte suprema degli Stati Uniti ha cancellato la sentenza Roe v Wade il 24 giugno 2022, che sanciva il diritto all’aborto a livello federale © Anna Moneymaker/Getty Images

Le conseguenze del divieto 

Attualmente nel Wyoming esiste una sola clinica che pratica aborti, la Women’s Health & Family Care Clinic di Jackson. La dottoressa Giovannina Anthony, ostetrica e ginecologa della clinica, ha dichiarato al New York Times che “l’impatto di questa legislazione non solo viola i nostri diritti costituzionali, ma in realtà provoca danni”, soprattutto per le donne che non potranno più avere accesso a questa pratica. 

“La salute delle persone dovrebbe essere ciò che guida importanti decisioni mediche, inclusa quella di abortire, e non la politica” ha affermato Antonio Serrano, direttore dell’advocacy presso l’American Civil Liberties Union del Wyoming, un’associazione che si batte per i diritti civili, criticando aspramente la decisione del governatore Gordon.

Una manifestazione per il diritto all'aborto
Una manifestazione per il diritto all’aborto © Carsten Koall/Getty Images

In Texas un giudice tiene appese le sorti del mifepristone

La nuova legge del Wyoming arriva mentre la destra nel paese sta lavorando per reprimere gli aborti terapeutici. Ad esempio, un giudice federale del Texas sta valutando un divieto a livello nazionale del mifepristone, il primo dei due principali farmaci utilizzati per effettuare l’interruzione di gravidanza insieme al misoprostolo, in risposta a una causa intentata da alcuni gruppi antiabortisti. Il giudice ha dichiarato che emetterà una sentenza il prima possibile e probabilmente deciderà di interrompere l’accesso al farmaco, anche negli stati in cui l’aborto è consentito.

Secondo Naral Pro-choice America, un’associazione che combatte per la libertà riproduttiva, se questa causa avesse successo, 64,5 milioni di donne in età riproduttiva in tutti gli Stati Uniti perderebbero accesso al farmaco e quindi all’aborto farmacologico, con un aumento esponenziale dei danni da un giorno all’altro. Questo provvedimento si aggiungerebbe ai 24,5 milioni di donne in età riproduttiva che vivono negli stati in cui è già in vigore un totale divieto all’aborto, limitando ulteriormente questa pratica e i diritti delle persone con un utero.

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