La raccolta differenzata tocca quota 66,6 per cento a livello nazionali, con disparità territoriali ancora forti ma in diminuzione. Aumenta l’export.
Xylella, il batterio fastidioso trovato per la prima volta in Toscana
Trovate infette da Xylella 41 piante in Toscana, nessuna di ulivo: verranno sradicate. Si tratta di un ceppo diverso da quello pugliese che dal 2012 ha già colpito 770mila alberi.
La Xylella fastidiosa, il batterio che ormai dal 2012 infesta gli ulivi della Puglia, e in particolare del Salento, causandone il disseccamento, adesso è approdata anche in Toscana, e più precisamente nella zona del Monte Argentario. Dai primi accertamenti fatti dal servizio fitosanitario della regione Toscana, spiega il ministero delle Politiche agricole e forestali, è emerso che il batterio ritrovato appartiene a una sottospecie differente da quella pugliese, denominata multiplex che finora non era mai stata rinvenuta in Italia ma che invece è presente in alcune regioni della Francia, tra cui la Corsica, la Provenza, la zona alpina e la Costa Azzurra, e in Spagna.
La positività al batterio è stata rilevata su 41 piante a seguito di oltre 1000 rilievi effettuati nell’area interessata, situata nei dintorni del paese di Porto Santo Stefano, particolarmente isolata dal resto del territorio toscano per la presenza della laguna di Orbetello che la separa dalla terraferma. Tra le piante trovate infette, 13 ginestre, 11 poligala mirtifolia, tre mandorli, due calicotome, un rosmarino, una lavanda, un cisto, e un eleagno: non ci sono piante di ulivo tra quelle contagiate. Per ora non si conosce l’origine dell’infestazione, ma tra le ipotesi più accreditate vi è quella dell’introduzione nella zona di piante infette o il trasporto di insetti vettori della malattia, provenienti da località poste al di fuori del territorio italiano.
Sradicamento immediato e controlli
Proprio come già fatto nei mesi scorsi in Puglia, il ministero e la regione Toscana, data la pericolosità del batterio per molte specie di piante, procederanno immediatamente allo sradicamento delle piante infette e di tutte quelle con sintomi sospetti nel raggio di 100 metri. Verrà inoltre istituita una zona cuscinetto circostante di 5 chilometri dove verrà svolta un’attenta sorveglianza.
#Xylella colpisce #Toscana ma ceppo diverso da #Puglia https://t.co/pbeXkdLWQc pic.twitter.com/n81hYBiF8M
— Rainews (@RaiNews) 12 dicembre 2018
Tutte le associazioni dell’agroalimentare comunque assicurano che quella in atto in Toscana non è una nuova emergenza Xylella: “È una notizia che non ci coglie di sorpresa perché sappiamo che vengono effettuati periodicamente controlli su tutto il territorio – spiega Francesco Mati, presidente sezione prodotto florovivaistico Confagricoltura Toscana – Voglio tranquillizzare le nostre aziende e i nostri clienti perché siamo costantemente sottoposti come vivaisti a controlli a tappeto e questo ritrovamento è proprio la riprova che questi controlli vengono fatti con scrupolo e in maniera non episodica”.
Colpa del sistema di controllo europeo?
Xylella in Toscana, Mati (Confagricoltura): “I nostri vivai non sono a rischio” – https://t.co/5gLuLwNdl6 pic.twitter.com/xH6d81RZee — Il Cittadino On Line (@CittadinoOnline) 12 dicembre 2018
Semmai la brutta notizia è che “ormai l’Europa è sotto attacco da fitopatologie provenienti dall’altra parte del mondo a causa di uno scarso controllo entro i confini europei delle merci in entrata”. Una considerazione condivisa con la Coldiretti, che individua come responsabile il sistema di controllo dell’Unione Europea “con frontiere colabrodo che hanno lasciato passare materiale vegetale infetto poiché anche il batterio che sta distruggendo gli ulivi pugliesi è stato introdotto nel Salento dal Costa Rica attraverso le rotte commerciali di Rotterdam”.
Leggi anche: Tutto quello che c’è da sapere sulla fastidiosa Xylella
Secondo i dati della Coldiretti, sono saliti a 1,2 miliardi di euro i danni provocati dal diffondersi della Xylella fastidiosa, che ha colpito 8 mila ettari e 770 mila piante di ulivo in Puglia dove è comparsa per la prima volta nell’ottobre del 2012, quando fu data la prima segnalazione di anomali disseccamenti su un appezzamento di olivo.
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