Dopo oltre sette anni dall’inizio della guerra civile, l’emergenza in Yemen è ormai “cronica”. A dirlo sono tre agenzie Onu: Fao, Unicef e Wfp.
Su una popolazione di poco meno di 30 milioni di abitanti, 19 milioni non avranno cibo a sufficienza nel secondo semestre del 2022.
Nell’arco di pochi mesi, il numero di persone in condizioni di fame estrema sarà quintuplicato: da 31mila a 161mila persone. 2,2 milioni di bambini al di sotto dei cinque anni sono malnutriti.
Dopo oltre sette anni dall’inizio della guerra civile, lo Yemen è nel pieno di una situazione di emergenza ormai “cronica”. Su una popolazione di poco meno di 30 milioni di abitanti, 19 milioni (più del 60 per cento) non avranno cibo a sufficienza nel secondo semestre del 2022. Cifre allarmanti e, purtroppo, ufficiali. Si leggono infatti nella nuova analisi pubblicata da tre agenzie delle Nazioni Unite: l’Organizzazione per l’alimentazione e l’agricoltura (Fao), il Fondo per l’infanzia (Unicef) e il Programma alimentare mondiale (Wfp).
In Yemen 2,2 milioni di bambini sono malnutriti
Esiste una Scala di classificazione integrata della sicurezza alimentare (Ipc) che identifica cinque stadi dell’insicurezza alimentare, ordinati dal meno grave al più grave. Già oggi 17,4 milioni di persone si collocano dallo stadio 3 in poi, un numero destinato ad arrivare appunto a 19 milioni entro la fine dell’anno. Su questi 19 milioni di persone, 11,7 saranno in uno stato di crisi (fase 3), 7,1 milioni in uno stato di emergenza (4) e 161mila nella fase peggiore in assoluto, la quinta, denominata catastrofe. Ciò significa che il numero di persone in condizioni di fame estrema sarà quintuplicato nell’arco di pochi mesi; adesso è pari a circa 31mila persone.
La malnutrizione colpisce soprattutto le fasce più deboli: nel 2022 ne soffriranno i 2,2 milioni di bambini al di sotto dei cinque anni (per 538mila di loro è “severa”) e 1,3 milioni di donne in gravidanza e allattamento.
Che conseguenze avrà la guerra tra Russia e Ucraina
Questa emergenza umanitaria è figlia di una guerra civile che si protrae dal 2015 e ancora non sembra minimamente avvicinarsi a una risoluzione pacifica. Anzi, nel 2022 ci si attende un’escalation dei combattimenti presso alcune aree critiche. L’economia locale è in ginocchio, con interruzioni, ritardi o gravi inefficienze nei servizi più basilari, come l’assistenza sanitaria, l’accesso all’acqua e all’energia, la scuola. Anche la guerra tra Russia e Ucraina avrà un peso, perché la quasi totalità del cibo consumato nello Yemen è di importazione; e proprio dall’Ucraina arriva il 30 per cento del grano.
A third of Yemen’s wheat comes from Russia and Ukraine, where the current conflict may restrict supply and push up food prices – which already nearly doubled in Yemen last year. There is no doubt of the harm that this will cause. 4/5
Il Programma alimentare mondiale è presente nella zona. Dall’inizio dell’anno, però, per mancanza di fondi è stato costretto a tagliare le razioni di cibo distribuite a 8 milioni di persone. “Non abbiamo altra scelta se non quella di togliere il cibo agli affamati per darlo a chi rischia di morire di fame”, ha dichiarato il direttore esecutivo David Beasely. Al momento attuale, il Programma alimentare mondiale deve accontentarsi dell’11 per cento dei fondi di cui avrebbe realmente bisogno: necessita di oltre 800 milioni di euro in più per fornire assistenza alimentare a 13 milioni di persone nell’arco dei prossimi sei mesi. Nel loro insieme, le agenzie Onu hanno bisogno di 4,3 miliardi di dollari per affrontare quest’emergenza. Accorato l’appello del responsabile Onu per il coordinamento degli aiuti umanitari, Martin Griffiths: “Se oggi abbiamo un messaggio per il mondo, è questo: non fermiamoci adesso”.
L’anno che sta per concludersi fa ben sperare per il futuro dell’energia solare. I dati globali sul fotovoltaico crescono, gli esempi positivi si moltiplicano. Sebbene resti molto lavoro da fare, seguire il sole ci manterrà sulla strada giusta.
Climathon 2024 è l’hackaton che ha riunito giovani talenti a Courmayeur per sviluppare idee innovative e sostenibili, affrontando le sfide ambientali della montagna.
Dopo Milano, il progetto PiantiAmo il futuro di Nescafé arriva a Ferrara: piantato presso la Nuova Darsena il primo dei duecento nuovi alberi in città.
Sull’arcipelago di Mayotte, territorio d’oltremare dipendente dal governo francese, per ora si contano 15 morti e centinaia di feriti. I servizi essenziali sono al collasso.