
Quante imprese hanno i mezzi per far fronte a un danno all’ambiente? A dare una risposta è la rilevazione di Pool Ambiente su dati Ania.
Al posto di ulivi secolari una centrale a carbone. Ma dopo la distruzione vincono i cittadini, che ora ne piantano di nuovi.
È successo a Yirca, nella Turchia occidentale, dove gli abitanti del villaggio si sono battuti strenuamente per impedire l’abbattimento di più di 5 mila ulivi secolari da parte della Kolin Group, che avrebbe dovuto costruire una centrale elettrica a carbone.
Greedy energy company cuts 6000 olive trees in #Soma without waiting court rule to be declared next Tuesday #Turkey pic.twitter.com/sLTvi6jymY
— NOT MY… (@Meralink) 7 Novembre 2014
L’azienda, una delle più importanti della Turchia, si è appoggiata ad una scorta privata per impedire ai 400 cittadini del villaggio di protestare e di portare così a termine il progetto di sradicare circa 6 mila ulivi.
Ziraat Mühendisleri Odası: Yırca ile daha büyük bir felaketin önüne geçildi http://t.co/dJP6ry1HVC pic.twitter.com/2S1Nxj8H17
— T24 (@t24comtr) 25 Novembre 2014
Avrebbe dovuto, appunto. Perché dopo lo scempio, raccontato grazie a moltissime immagini anche tramite i social network, la cittadinanza è riuscita a bloccare il progetto.
Yesterday #Yirca lost 5000 olive trees to illegal coal expansion. Today villagers symbolically planted new trees. pic.twitter.com/Vl2Utk04uz
— Greenpeace (@Greenpeace) 8 Novembre 2014
Infatti poche ore dopo è successo l’insperato: “Il Consiglio di Stato ha deciso 10 ore più tardi che la società avrebbe dovuto fermare tutte le attività, anche se purtroppo era già troppo tardi”, ha raccontato lo stesso capo villaggio. Ma gli abitanti non si sono persi d’animo e due giorni dopo la distruzione del loro uliveto, hanno iniziato a piantumare giovani alberi di ulivo, circa un centinaio.
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