Per la presidente di Federbio Mammuccini, alcuni disagi degli agricoltori sono oggettivi e comprensibili, ma le proteste contro il Green deal sono inammissibili.
Yogurt biologico, il primo fatto con latte fieno dell’Alto Adige arriva in Italia grazie ad Alce Nero e Mila
È ora disponibile in Italia il primo yogurt biologico fatto con latte fieno, quello di mucche che si alimentano prevalentemente di erba, sui masi delle montagne dell’Alto Adige. Il prodotto è a marchio Alce Nero, azienda che nel 2018 celebra 40 anni di esperienza nel biologico, e nasce dalla collaborazione con Mila, storica azienda altoatesina specializzata nella
È ora disponibile in Italia il primo yogurt biologico fatto con latte fieno, quello di mucche che si alimentano prevalentemente di erba, sui masi delle montagne dell’Alto Adige. Il prodotto è a marchio Alce Nero, azienda che nel 2018 celebra 40 anni di esperienza nel biologico, e nasce dalla collaborazione con Mila, storica azienda altoatesina specializzata nella produzione di latte e derivati. Un percorso durato quattro anni per portare sugli scaffali un alimento che conserva le caratteristiche naturali del latte fieno perché prodotto secondo i principi dell’agricoltura biologica, nel rispetto degli animali, degli allevatori e dell’habitat montano.
Lo yogurt biologico Alce Nero presentato a Milano
Lo yogurt fatto con latte fieno è stato presentato a Milano il 6 febbraio alla Cascina Cuccagna, una delle più antiche cascine agricole della città. All’evento erano presenti Massimo Monti, amministratore delegato di Alce Nero, Joachim Reinalter e Reinhard Schuster, rispettivamente presidente e responsabile soci di Mila. Forte anche la rappresentanza dal mondo medico-sanitario grazie agli interventi di Renata Alleva, nutrizionista, ricercatrice specializzata in Scienze dell’alimentazione e membro dell’Associazione medici per l’ambiente (Isde Italia), e del medico veterinario Alessandro Fantini, presidente della Società italiana di buiatria.
Perché fare uno yogurt con il latte fieno
Con questo prodotto Alce Nero fa il suo ingresso nel campo dei latticini, allargando quindi la sua gamma di prodotti freschi. Questa scelta è legata al desiderio di adattarsi ai cambiamenti del mercato alimentare senza però alterare gli obiettivi dell’azienda, ovvero la valorizzazione del lavoro e del sapere delle campagne e la salvaguardia dell’ambiente. “Il mondo del biologico sta cambiando, stanno entrando i grandi marchi. I nostri soci, che sono prima di tutto agricoltori, non hanno alcun interesse a cedere alle lusinghe delle multinazionali – ha affermato Monti –. Per questo, abbiamo bisogno di evolvere”.
“Il nuovo yogurt da latte fieno è dunque il risultato di un lavoro di condivisione con gli allevatori che sono in primo luogo contadini, se si considera la preziosa attività di presidio e salvaguardia del territorio montano e dei pascoli alpini, che essi svolgono”, ha aggiunto l’amministratore delegato di Alce Nero.
Come viene prodotto lo yogurt
Questi allevatori operano in media a 1.200 metri di altitudine e sono difensori di “una modalità di allevamento che si tramanda da generazioni a garanzia dello straordinario paesaggio alpino”, racconta Reinhalter. Alla tradizione della produzione del latte si sposano i requisiti delle certificazioni moderne: innanzitutto il riconoscimento da parte dell’Unione Europea della denominazione latte fieno come “specialità tradizionale garantita”. Inoltre, la certificazione biologica prevede “regole produttive molto severe”, spiega il presidente di Mila. “La mucca deve avere lo spazio per muoversi o deve stare sul pascolo. Tutta la sua alimentazione dev’essere biologica. Non è previsto alcun impiego di antibiotici specialmente a scopo preventivo”.
Fondamentali anche per chiudere il cerchio della produzione sono gli aspetti ambientali. Viene ridotto l’impatto dell’allevamento perché questo non comporta più un uso massiccio di cereali e soia, alimenti di cui normalmente si cibano i bovini negli allevamenti intensivi, e quindi di acqua, suolo e combustibili fossili. Così il circolo vizioso che unisce agricoltura e cambiamenti climatici viene spezzato. E a giovarne è soprattuto l’ambiente montano: “con il latte fieno l’animale dà meno latte però produce anche meno liquame. Quindi è più sostenibile perché rispetta più il ciclo naturale del campo. Il fieno viene prodotto, mangiato e con il liquame si concima di nuovo il terreno – ma non troppo”, precisa Reinhalter.
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Perché fa bene alla salute
Dare da mangiare alle mucche erba e fieno, cioè quello che i loro stomaci digeriscono più naturalmente, invece di cereali e soia vuol dire invertire la tendenza della produzione industriale, che oltre all’ambiente danneggia gli animali. “Per sostenere il reddito, gli allevatori devono produrre latte il più possibile”, questo è il punto di partenza secondo Fantini, veterinario esperto nell’allevamento di bovini. “Per produrre di più, il rumine (il primo dei prestomaci dei ruminanti, ndr) va accelerato, come se fosse una stufa in cui metto tanta legna”, così descrive l’effetto di alimentare gli animali con cereali e soia. “Come tutti i sistemi accelerati, può causare danni agli animali”.
A dimostrazione della relazione tra il benessere dell’animale e la qualità del prodotto, l’aroma del latte fieno varia in base a quello che le vacche mangiano e, attraverso la digestione, trasformano nei nutrienti del latte. Alimentandosi di erba fresca nelle stagioni più calde e fieno in quelle più fredde, e solo in piccola parte (non più del 15 per cento) di mangime rigorosamente biologico, la biodiversità dei prati coltivati senza l’utilizzo di chimici di sintesi, che contengono dozzine di specie di erbe diverse, viene trasmessa agli animali. “Quest’aspetto della biodiversità si ripercuote su quella del nostro intestino”, spiega Alleva. “Il nostro microbiota è tanto più vario ed efficiente quanto più variamo cibo senza contaminanti. Lo yogurt si sposa molto bene con questo discorso perché è un prodotto fermentato e sappiamo che questi sono molto utili per il nostro intestino”.
Queste sono le tematiche al centro del progetto triennale AppenBio che vede Alce Nero protagonista e ha l’obiettivo di aumentare la redditività delle aziende rurali e sostenere la biodiversità territoriale con studi e sperimentazioni nell’appenino bolognese. Tra questi anche una valutazione scientifica sull’impatto del latte fieno sulla salute che vedrà impegnato il medico ed epidemiologo Franco Berrino e i ricercatori dell’Università di Perugia.
Un modo coraggioso di produrre cibo
La scelta di Alce Nero e Mila di invertire la rotta dell’allevamento industriale è coraggiosa e, secondo il presidente di quest’ultima, il progetto è “destinato a dare nuova motivazione e impulso ai piccoli allevatori delle nostre montagne”. Per i consumatori il risultato è un prodotto genuino che unisce il meglio della tradizione e dell’innovazione nel rispetto delle proprietà organolettiche dello yogurt, degli animali che ci permettono di avere il latte, e delle persone impegnate a portare questi alimenti sulle nostre tavole.
Lo yogurt biologico Alce Nero ottenuto da latte fieno italiano si può trovare nei punti vendita Bennet, Auchan, Carrefour, Coop, Pam e Tosano.
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