Il fumettista romano tra i soci di un nuovo locale nel quartiere di Garbatella, che aiuterà le donne del centro antiviolenza Lucha y Siesta a reinserirsi.
Zerocalcare, il noto fumettista romano, è diventato socio di un’osteria di Roma, che si chiamerà Osteria Sauli, la cui apertura è prevista per il prossimo mese di settembre. La notizia, rilanciata da diversi media locali ma anche nazionali, ha sorpreso buona parte dei lettori di Michele Rech, per diversi motivi: intanto perché l’osteria non si trova nel quartiere di Rebibbia, ombelico del mondo della narrazione di Zerocalcare sin dalle sue origini, e poi perché in pochi si attendevano una svolta imprenditoriale da un personaggio così poco attento alle regole del mercato.
In effetti, a tutto c’è una spiegazione: intanto il quartiere scelto per l’osteria, la Garbatella, pur essendo altrettanto popolare ha un’anima notturna ben più avviata e idonea ad accogliere nuove aperture, e poi è comunque ben collegata a Rebibbia con la famosa Metro B, già più volte citata e disegnata da Zerocalcare nei suoi lavori.
Il progetto dell’Osteria Sauli sposato da Zerocalcare
Ma soprattutto, il progetto dell’Osteria Sauli ha un interessantissimo aspetto sociale che le testate che ne hanno parlato hanno non hanno messo sufficientemente in evidenza. L’Osteria Sauli infatti collaborerà con la Casa delle donne Lucha y Siesta (lotta e riposa, ma il nome deriva dalla zona di Roma in cui si trova, in via di Lucio Sestio) per aiutare le donne vittime di violenza: questo progetto sociale, che oltre a Zerocalcare vedrà coinvolti anche lo chef Antonello Magliari e i cuochi Stefania Pinto e Francesco Cianciarelli, mirerà a fornire opportunità di lavoro alle donne che hanno subito violenze.
Lo stesso Zerocalcare ha voluto chiarire il perimetro del proprio impegno, a modo suo: “Per chi me lo chiede, non sto a aprì un’osteria, per evidenti lacune gastro-imprenditoriali. Ho pigliato una quota perché mi andava di contribuire e di dare una mano a un progetto che vede coinvolti amiche e amici miei e gente di cui mi fido”.
Lucha y Siesta è un centro antiviolenza auto-gestito di Roma, che ospita e dà rifugio a donne vittime di violenza che, dopo aver denunciato, sono state costrette a lasciare il tetto coniugale, o familiare, che più o meno costantemente finisce a rischio sgombero, perché nato spontaneamente all’interno di un edificio occupato nel 2008 di proprietà di Atac, la municipalizzata dei trasporti pubblici romani. La Regione Lazio, ai tempi della presidenza Zingaretti, aveva acquistato l’immobile stipulando una convenzione con Lucha y Siesta, ma la nuova giunta di centrodestra di Francesco Rocca ha revocato la convenzione e sembrerebbe intenzionata a mettere a bando l’edificio.
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