Un nuovo rapporto dell’Onu rivela che i livelli di insicurezza alimentare in Zimbabwe stanno peggiorando a causa siccità a causa di El Niño.
L’ufficio per gli affari umanitari delle Nazioni Unite (Ocha) ha chiesto il sostegno internazionale per aiutare lo Zimbabwe ad affrontare l’impatto umanitario di El Niño, che potrebbe portare 7,6 milioni di persone a soffrire la fame. Più della metà del raccolto è andato distrutto a causa di una storica siccità indotta dal fenomeno di El Niño.
El Niño è un evento meteorologico regolare e naturale che influenza le temperature dell’aria intorno al mare e alle terre emerse costiere dell’oceano Pacifico centromeridionale e orientale. La crisi climatica degli ultimi anni, però, ha portato a modelli più frequenti e intensi.
Questo report arriva due mesi dopo che l’agenzia ha inserito lo Zimbabwe nella lista dei 18 Paesi a rischio fame. Secondo le Nazioni Unite, per supportare il Paese ad affrontare questa crisi servono almeno 429 milioni di dollari, ma al momento il fondo è stato finanziato dell’11 per cento.
La siccità in Zimbabwe
Nel mese di aprile, il presidente Mnangagwa dichiara il disastro nazionale per la siccità che sta colpendo ormai da quasi due anni il Paese. Secondo Harare, lo Zimbabwe ha bisogno di 2 miliardi di dollari per affrontare la fame causata dalle scarse precipitazioni che hanno spazzato via circa la metà del raccolto di mais.
La carenza di grano ha fatto salire i prezzi dei generi alimentari e già ad aprile si stimava che 2,7 milioni di persone avrebbero dovuto affrontare la fame. Anche altri Paesi della regione come i vicini Zambia e Malawi hanno recentemente dichiarato lo stato di calamità a causa della siccità, una delle peggiori degli ultimi decenni. La diga di Kapotesa, prosciugata nel distretto di Mudzi,
esemplifica le condizioni disastrose.
Più colpite le aree rurali
La siccità ha costretto gli abitanti dei villaggi a percorrere lunghe distanze per svolgere lavori saltuari, guadagnando cifre misere per comprare il cibo. La maggior parte delle famiglie di Mudzi ha ridotto i pasti a due al giorno. I casi di malnutrizione sono aumentati del 20 per cento negli ultimi mesi, spingendo gli esperti sanitari locali a creare un porridge nutrizionale chiamato maworesa con ingredienti di provenienza locale per combattere la crisi.
Secondo le ultime stime, 5,9 milioni di persone nelle aree rurali e 1,7 milioni di persone nelle aree urbane potrebbero trovarsi ad affrontare una fame acuta durante il prossimo periodo di magra. I dati forniti dal governo dello Zimbabwe dimostrano che il 57 per cento delle persone che vive nelle zone rurali del Paese è destinato a vivere in condizioni di insicurezza alimentare tra gennaio e marzo 2025, un periodo in cui la fame raggiungerà il picco massimo.
La siccità ha spinto molte persone a utilizzare fonti d’acqua non sicure, alimentando i focolai di colera che già affliggono diversi Paesi dell’Africa meridionale, ma Harare è stato aspramente criticata per non essere stata in grado di affrontare efficacemente la campagna vaccinare contro la diffusione di questa malattia infettiva, che colpisce principalmente i bambini, già afflitti dalla malnutrizione.
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