Da bambina, in India, voleva toccare le stelle, oggi Zoya Agarwal è la più giovane pilota al mondo. Il suo messaggio alle ragazze: “Non arrendetevi mai”.
Non voleva diventare un esempio, voleva solamente realizzare il proprio sogno di bambina: “Toccare le stelle”. Oggi Zoya Agarwal, grazie alla propria determinazione e alla propria ostinazione, ha centrato entrambi gli obiettivi: è pilota e comandante di Air India, è la donna più giovane ad aver pilotato un Boeing 777 in un volo intercontinentale, ma soprattutto è stata scelta dalle Nazioni Unite come portavoce della Generation equality, il forum nato nel 2021 per unire governi, società civile e responsabili del cambiamento senza distinzione di età o genere per definire e annunciare investimenti e impegni ambiziosi per la parità di genere.
La voce di Zoya Agarwal è arrivata anche in Italia per lanciare un messaggio a tutte le ragazze. Forse in Italia le donne hanno maggiori possibilità di accesso al mondo del lavoro rispetto all’India, ma tuttora solo il 17 per cento delle ragazze che si iscrivono all’università fanno i cosiddetti percorsi Stem (science, technology, engineering e mathematics) che sono quelli che dovrebbero garantire nei prossimi anni maggiori sbocchi, come ha ricordato la senatrice Simona Malpezzi che ha accompagnato Agarwal in visita a Palazzo Madama.
Ma cosa l’ha spinta ad accettare l’invito delle Nazioni Unite e diventare, di fatto, un personaggio pubblico? Glielo abbiamo chiesto e la risposta è stata chiara: “Abbiamo bisogno di esempi, per le ragazze di oggi e le donne di domani. E se ce l’ho fatta io, possono farcela tutte le ragazze”.
Pari opportunità: l'esempio di Zoya Agarwal, prima donna capitano di Air India"Abbiamo bisogno di esempi per le ragazze di oggi e le donne di domani". È un messaggio di speranza quello che arriva da Zoya Agarwal, capitano di Air India e portavoce delle Nazioni Unite per l'uguaglianza in occasione della Giornata internazionale della gioventù, ospite oggi in Senato di del gruppo del Partito democratico, con Valeria Fedeli e la capogruppo Simona Malpezzi. La quale risponde al capitano Agarwal: ".E noi pensiamo che tu sia un esempio"
Posted by 9Colonne on Wednesday, November 10, 2021
Parole che manifestano umiltà e modestia, per una persona che è stata scelta come esempio perfino dalle Nazioni Unite. “Io non pensavo di poter diventare un esempio per qualcuno, pensavo solamente a realizzare il mio sogno. Ma credo in Dio ed evidentemente questa era la strada che aveva disegnato per me”.
Però ci ha messo del suo, perché gli ostacoli sono stati molti, partendo da un paese come l’India. Una strada che ha voluto raccontare, con la forza di volontà che la contraddistingue, in italiano. “È da quando ero piccolissima che sognavo di toccare le stelle. A otto anni poi, guardando passare nel cielo queste strane macchine volanti, sentivo una così stretta connessione tra me, il cielo, gli aerei… decisi che volevo diventare pilota. Ma mi dissero che era impossibile, che quello in India era un lavoro da uomini. I miei genitori non hanno mai creduto nei miei sogni perché erano in conflitto con i loro valori.
La forza di volontà è stata più forte delle tradizioni. “Senza la mia forza interiore non sarei mai riuscita a spiccare il volo. Ho trovato un lavoro, uscivo la mattina alle 6:00 per andare al college, tornavo la sera alle 21:00 e siccome non avevamo elettricità in casa, passavo le ore notturne a studiare all’aperto sotto i lampioni per diventare pilota. Mi ricordo le lacrime di mia madre quando ha capito che non stavo rinunciando al mio sogno: a malincuore a quel punto la mia famiglia ha chiedo un prestito perché potessi continuare gli studi in Florida, negli Stati Uniti.
Da lì in poi Zoya Agarwal ha letteralmente spiccato il volo: l’ingresso in Air India (“c’erano solo 7 posti per tremila candidati”), il primo volo nel 2013, da New Dehli a Dubai, che l’ha fatta diventare automaticamente la donna più giovane al mondo a pilotare il Boeing 777, e poi la prima a effettuare un volo intercontinentale (Bangalore-San Francisco) e a sorvolare il polo Nord con un equipaggio di sole donne.
Ma soprattutto, l’impegno come volontaria per il rimpatrio dei connazionali dopo l’esplosione della pandemia di Covid-19. “È stato un richiamo al dovere. Il primo volo da San Francisco negli Stati Uniti a Mumbai in India con tutto il personale del consolato indiano era il giorno della mamma. Ero lontano da mia madre ma ho avuto la fortuna di riunire centinaia di famiglie con le loro madri”.
Oggi che Zoya Agarwal ha realizzato il suo sogno, il prossimo obiettivo non è tanto legato al volo, quanto al suo nuovo ruolo, quello di ambasciatrice Onu per i giovani e per le donne. Con un messaggio chiaro, recitato anche questo in italiano, e rivolto alle ragazze di tutto il mondo: “Ogni grande realtà inizia con un grande sogno e un grande sognatore, e quel sognatore sei tu: non arrenderti”.
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