Costruire auto elettriche a prezzi accessibili in Europa è possibile. Magari reinventando modelli iconici del passato e conservandone il fascino, come dimostra la Renault 5 elettrica.
Al via la stagione di Formula E, banco di prova per le tecnologie elettriche
La trazione elettrica è il futuro della mobilità? Senza dubbio. Logico, quindi, che il mondo dello sport a quattro ruote si adegui al cambiamento. La Formula E, nel dettaglio, è la massima espressione dell’automobilismo sportivo a batteria. Una serie inaugurata nel 2014 e divenuta di grande interesse per un numero sempre crescente di costruttori, affascinati
La trazione elettrica è il futuro della mobilità? Senza dubbio. Logico, quindi, che il mondo dello sport a quattro ruote si adegui al cambiamento. La Formula E, nel dettaglio, è la massima espressione dell’automobilismo sportivo a batteria. Una serie inaugurata nel 2014 e divenuta di grande interesse per un numero sempre crescente di costruttori, affascinati dall’idea di sperimentare soluzioni tecniche e aerodinamiche innovative, destinate nel prossimo futuro anche alle vetture di serie.
La Formula E nelle principali città del mondo
Il 9 ottobre a Hong Kong vedrà il via la terza stagione del Campionato di Formula E, vale a dire la Formula 1 elettrica. La serie si articolerà su quattordici appuntamenti, in gran parte cittadini, a rimarcare l’assenza di emissioni sia sonore sia inquinanti da parte delle monoposto. Ciò consentirà di promuovere la propulsione a batteria grazie al contatto diretto con il pubblico e a location spettacolari come Montecarlo, Parigi, Marrakech e il cuore della Grande Mela. New York ospiterà infatti all’interno dell’area portuale di Brooklyn, al cospetto della Statua della Libertà, le due manche conclusive della stagione. Caratteristiche che affascinano i costruttori al punto da registrare, dopo l’entrata in lizza della francese Renault, sia il debutto dell’inglese Jaguar sia l’avvicinamento delle tedesche Audi e Porsche. La prima gareggerà già quest’anno grazie alla partnership con lo storico team ABT Sportsline, mentre la seconda mira a divenire il nuovo fornitore unico di batterie per i team, rimpiazzando la britannica Williams.
Allo studio l’adozione di super celle
La discesa in campo di Porsche cela un intento ben più importante e dalla portata globale rispetto al semplice impegno agonistico, dato che la casa di Stoccarda punta a sviluppare nuove tecnologie per l’accumulo d’energia da sottoporre al massimo stress possibile. Nulla di meglio, in proposito, che la Formula E per testare in condizioni limite gli inediti accumulatori. L’obiettivo dichiarato è fornire celle dalla potenza superiore ai 28 kWh appannaggio delle batterie attuali, in grado di alimentare le monoposto solamente per metà gara, costringendo i piloti a una sosta per il cambio vettura. Una pratica che mal si accompagna con la costante crescita d’autonomia da parte delle vetture elettriche di serie, compromettendo in parte l’effetto promozionale dell’intera serie. L’impegno Porsche arriva dopo l’entrata in lizza di altri costruttori generalisti quali Citroën DS e Mahindra, mentre alla finestra vi sono BMW e Red Bull, pronte a schierarsi sulla linea di partenza nella stagione 2017/2018.
In pista anche le elettriche a guida autonoma
La fornitura delle super batterie per la Formula E consentirebbe a Porsche di sviluppare al meglio gli accumulatori destinati all’erede della concept Mission E, vale a dire la prima vettura a batteria di grande produzione della casa tedesca, testa di ponte del nuovo corso sia stilistico sia tecnico di Stoccarda. Attesa in produzione entro il 2020 e già considerata l’anti Tesla per eccellenza, dovrebbe poter contare su 600 cv, uno scatto da 0 a 100 km/h in 3,5 secondi e un’autonomia di ben 500 km e fronte di una possibilità di ricarica dell’80 per cento in quindici minuti. Valori da record. Valori che potrebbero cambiare il futuro della mobilità elettrica al pari della prima edizione della Roborace, vale a dire la serie di contorno alla Formula E che prevede la presenza in pista di venti vetture a batteria a guida autonoma, quindi senza pilota, e tecnicamente identiche: ogni team svilupperà solamente il software di guida. Un ulteriore esempio di come le innovazioni in ambito agonistico possano ricadere sulla produzione di serie del futuro.
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