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La storia dell’azienda eolica cinese che offre un lavoro ai minatori americani
Da minatori ad operatori e tecnici nel settore dell’eolico. Dalle fossili alle rinnovabili. E sta accadendo negli Stati Uniti. Anzi, più nello specifico, nello Stato con la più alta concentrazione di carbone, il Wyoming, chiamato anche contea del carbone. Si tratta di un programma di riconversione dei posti di lavoro, proposto dalla Goldwind, azienda cinese
Da minatori ad operatori e tecnici nel settore dell’eolico. Dalle fossili alle rinnovabili. E sta accadendo negli Stati Uniti. Anzi, più nello specifico, nello Stato con la più alta concentrazione di carbone, il Wyoming, chiamato anche contea del carbone.
Si tratta di un programma di riconversione dei posti di lavoro, proposto dalla Goldwind, azienda cinese produttrice di turbine eoliche, che avrebbe già un accordo per fornire e installare 850 pale proprio in quell’area.
La notizia viene riportata dal New York Times, che scrive come sia stata la stessa società ad annunciarlo, in una conferenza stampa: la Goldwing avvierà un programma di formazione gratuita mirato ai minatori, in particolare per quelli inoccupati. La società è infatti convinta che i minatori abbiano le competenze meccaniche ed elettriche per questo tipo di mansione, e la preparazione necessaria per affrontare condizioni di lavoro difficoltose, in quota o comunque in condizioni non sempre facili.
Il carbone perde posti di lavoro, l’eolico li crea anche per i minatori
È un trend già confermato da decine di studi e di ricerche di mercato. Il settore delle rinnovabili sta creando, nei soli Stati Uniti, posti di lavoro 12 volte più velocemente che del resto dell’economia americana, fossili comprese. Conferma data anche dalle centinaia di posti persi proprio nel settore del carbone, nello stesso Wyoming, scrive sempre il New York Times: secondo le statistiche, le offerte in questo settore cresceranno del 6 per cento entro il 2024, mentre quelle legate all’eolico sono destinare a crescere del 108 per cento. Roberti Godby, direttore del centro per Center for Energy economics and public policy ha accolto con favore la proposta, perché si tratta di un annuncio che potrebbe segnare un cambiamento positivo nei confronti di una politica energetica rivolta alle rinnovabili, eolico in testa.
E tutto ciò a scapito della decisione del presidente degli Stati Uniti Donald Trump di rilanciare il settore del carbone in tutto il Paese e di uscire dall’Accordo di Parigi sul clima.
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