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Mobilità sostenibile. Con Climb il pedibus diventa 2.0
Il tragitto casa scuola diventa sostenibile, tecnologico, divertente. È la versione 2.0 del pedibus, sperimentata con successo nelle scuole primarie dei Comuni di Meano e Vela, in provincia di Trento. Grazie infatti al progetto Climb, ideato e realizzato dalla Fondazione Bruno Kessler, è stato avviato un approccio innovativo alla mobilità dei bambini, che possono raggiungere
Il tragitto casa scuola diventa sostenibile, tecnologico, divertente. È la versione 2.0 del pedibus, sperimentata con successo nelle scuole primarie dei Comuni di Meano e Vela, in provincia di Trento. Grazie infatti al progetto Climb, ideato e realizzato dalla Fondazione Bruno Kessler, è stato avviato un approccio innovativo alla mobilità dei bambini, che possono raggiungere la scuola a piedi in piena sicurezza, giocando e socializzando tra loro.
Il mondo non più visto da un finestrino, dunque, ma attraverso una passeggiata con i propri compagni di scuola. “Climb è un progetto che ha come obbiettivo far fare un piccolo passo verso la mobilità sostenibile attiva, oltre che ovviamente a ridurre il traffico nelle città”, spiega Elisabetta Farella, della smart community di FBK. “Collaborando attivamente con i genitori e la scuola”.
Come funziona Climb, il pedibus 2.0
L’app funziona un po’ come i sistemi che impieghiamo per fare il check-in in aeroporto. Il genitore volontario possiede già l’elenco di tutti i partecipanti all’interno dell’applicazione e sa già quanti bambini incontrerà ad ogni fermata. Ogni bambino indossa al collo o porta nello zaino un piccolo sensore di prossimità che comunica via bluetooth la propria posizione e in automatico si identifica nell’app. In questo modo non c’è nessun elenco da compilare e non c’è bisogno di attivare nulla. I bimbi inoltre non devono interagire con nessuna app in modo tale che “la tecnologia sia trasparente, al servizio di chi la usa, e non assorba l’attenzione del bambino”, sottolinea Farella.
Si cammina giocando
Ma se da una parte si facilita la gestione del pedibus ai volontari, dall’altra il progetto vuole interagire anche con i piccoli fruitori. Gli ideatori hanno così pensato alla cosiddetta “gamification”, ovvero un’attività ludica, trasformata successivamente in vera e propria attività didattica. Nel gioco vengono sommati tutti i chilometri sostenibili percorsi (a piedi, in bici, o con lo scuolabus) fatti giornalmente da bambini, insegnanti e volontari, che vengono visualizzati successivamente su una mappa multimediale interattiva, tappa dopo tappa. Ad ogni luogo raggiunto sulla mappa, attraverso l’Italia arrivando fino a Kangole in Uganda (8mila chilometri), i ragazzi ricevevano delle informazioni studiate ad hoc per mantenere vivo l’interesse dei bambini, come ha confermato Eleonora, 10 anni: “Sono due anni che partecipo al pedibus, e mi è piaciuto molto perché ha reso la mattinata vivace ed allegra e mi ha permesso di stare con i miei compagni”.
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