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Si moltiplicano iniziative e progetti per rendere il trasporto marittimo elettrico, sia per le merci che per le persone. Per ora però le batterie servono a coprire brevi tratte, o per le operazioni d’attracco.
La tendenza all’elettrificazione della mobilità non riguarda solo il trasporto su strada. Anche il trasporto marittimo sta puntando sull’elettricità, grazie anche a corposi investimenti privati e pubblici. Sia si tratti di trasporto mercantile o passeggeri, si moltiplicano i progetti e le iniziative per rendere più sostenibile il setttore, varare nuove navi elettriche e ridurre di conseguenza le emissioni di un comparto che da solo produce il 2,5 per cento delle emissioni globali di gas serra.
È recente la notizia che la Banca europea per gli investimenti (Eib) insieme con la banca olandese Ing abbiano deciso di investire un totale di 300 milioni di euro a sostegno di progetti con un “elemento di innovazione verde” nel settore marittimo europeo. “Penso non sia un segreto il fatto che il settore marittimo contribuisca in modo significativo alle emissioni di anidride carbonica”, ha dichiarato Werner Hoyer , presidente dell’Eib. “Agire per il clima è una delle massime priorità della Banca europea e questo tipo di finanziamento dovrebbe essere visto come un incentivo per gli armatori a fare le cose in modo diverso”. I denari saranno distribuiti nei prossimi tre anni in progetti volti alla realizzazione di nuove navi o per adeguare quelle esistenti con l’intento di ridurre le emissioni inquinanti.
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Nel frattempo esistono già progetti avviati, anche se si è a livello di test o di prototipi. L’olandese Port Liner, che trasporta merci e container nelle tratte interne di Belgio e Paesi Bassi, ha realizzato le prime chiatte 100 per cento elettriche, capaci di trasportare 200 container. Ad oggi sono cinque le chiatte realizzate, che dovrebbero crescere di altre sei unità entro la fine dell’anno. Il progetto è stato possibile grazie anche al contributo dell’Unione europea, grazie a finanziamenti che ammontano a 7 milioni di euro.
“Si tratta delle prime chiatte al mondo a navigare con batterie a emissioni zero. Avremmo potuto aumentare la capacità delle chiatte per trasportare più container, ma i ponti bassi in Belgio e nei Paesi Bassi ce l’hanno impedito”, ha dichiarato Ton van Meegen, amministratore delegato di Port Liner. “Ci sono circa 7.300 navi nell’entroterra in tutta Europa e più di 5.000 di queste sono di proprietà di imprenditori in Belgio e nei Paesi Bassi. Possiamo costruire fino a 50 chiatte all’anno, ma a tale ritmo ci vorranno ancora molti anni per far funzionare l’industria sull’energia verde”. Interessante la soluzione per quanto riguarda le batterie, che vengono caricate in uno dei container trasportati dalla chiatta: ad ogni tratta vengono scaricate anche quelle vuote e sostituite con batterie cariche.
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È nato invece da una collaborazione tra la Finferries e Siemens Elektra, uno dei primi traghetti ibridi operativi in Finlandia. Naviga tra le cittadine di Nauvo e Parainen nell’arcipelago di Turku, ed è dotato di batterie agli ioni di litio e capace di percorrere nove chilometri in modalità 100 per cento elettrica. Può inoltre utilizzare il diesel per produrre elettricità o nei casi in cui si necessiti di maggiore potenza, impiegare esclusivamente l’energia prodotta dal motore diesel. Le batterie si ricaricano in soli cinque minuti.
Ovviamente il gigante asiatico non è rimasto a guardare. A dicembre fonti cinesi riportavano il varo di una nave interamente elettrica di dimensioni considerevoli: lunga 70,5 metri, larga 13,9 metri, profonda 4,5 metri, avrebbe una capacità di carico di 2mila tonnellate. La capacità delle batterie si aggira sui 2,4 M Wh (la nuova Leaf ha una capacità di 40 kWh).
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