Storie (vere) di chi già oggi guida un’auto a idrogeno

Era l’estate del 2014 quando a Bolzano, nell’ambito del progetto HyFIVE (Hydrogen For Innovative Vehicles), venivano consegnate le prime Hyundai ix35 a idrogeno.  A gestire il progetto (e il noleggio delle auto) l’iiT, l’Istituto per Innovazioni Tecnologiche, lo stesso che ha inaugurato lo scorso giugno il primo Centro di produzione d’idrogeno in Italia a Bolzano

Era l’estate del 2014 quando a Bolzano, nell’ambito del progetto HyFIVE (Hydrogen For Innovative Vehicles), venivano consegnate le prime Hyundai ix35 a idrogeno.  A gestire il progetto (e il noleggio delle auto) l’iiT, l’Istituto per Innovazioni Tecnologiche, lo stesso che ha inaugurato lo scorso giugno il primo Centro di produzione d’idrogeno in Italia a Bolzano Sud.

 

Quasi un anno dopo, siamo tornati nella città altoatesina, in occasione di Klimamobility, per incontrare i primi “early adopters”, gli automobilisti-pionieri che hanno deciso di noleggiare a lungo termine un’auto a idrogeno, tra i primi in Europa a poter raccontare come si vive quotidianamente guidando un’auto che si lascia dietro solo una scia di vapore acqueo.

 

Sono privati e aziende che hanno scelto una Hyundai ix35 Fuel Cell (in attesa della Toyoya Mirai attualmente l’unica auto a idrogeno disponibile in Italia), come mezzo per tutti i giorni. Non l’hanno comprata (il prezzo stimato sarebbe superiore ai 60.000 euro), ma noleggiata, scegliendo tra formule a breve termine pensate per i privati (da 870 euro al mese) o pacchetti a lungo termine (da 1.100 a 1.800 euro al mese a seconda della lunghezza del periodo di noleggio).

 

L’idrogeno ha ancora molta strada da percorrere, e a sentire Elon Musk, Mr. Tesla, di strada ne farà davvero poca (guardate qui). Serviranno anni per avere una risposta. Noi intanto abbiamo intervistato i pionieri italiani della guida a idrogeno, quelli che già oggi hanno deciso di dire addio a benzina e diesel.

 

Loacker-Andreas

 

Andreas Loacker

“Usiamo l’auto in famiglia e in azienda percorrendo fino a 1.500 km al mese e trovo che rispetto a un’auto ‘normale’ faccia meno rumore e offra un feeling di guida spettacolare. Il prezzo d’acquisto per un’azienda è accettabile; per essere all’avanguardia, si deve investire in nuove tecnologie. Per un privato ci vorrebbe un incentivo economico statale, visto che si dà un contributo all’ambiente”

 

Thomas Klauser

“La sicurezza? Il serbatoio d’idrogeno non si buca nemmeno con un colpo di fucile, per un serbatoio a benzina basta un cacciavite. Anche il TÜV tedesco ha constatato che le auto fuel cell sono più sicure di quelle a benzina. Per i costi sono molto fiducioso, ho contatti diretti con le maggiori case automobilistiche ed entro 5 anni tutti i produttori principali metteranno in commercio modelli fuel cell e allora il prezzo scenderà, raggiungendo quello di una diesel ibrida”.

 

Franz Giuliani

“Facciamo una media di 1.000 chilometri al mese. L’uso richiede un management molto attento, specie per il rifornimento. Anche lo stile di guida influisce molto sul consumo di idrogeno. Abbiamo altre auto diesel in azienda, la differenza che si nota subito è il silenzio durante la guida”.

Christian Schweigkofler

“Le ragioni d’acquisto sono principalmente il contenuto impatto ambientale e l’incentivo allo sviluppo di tecnologie e fonti di energia alternative. Quanto all’auto, tra i pregi metterei silenziositá e accelerazione. Un difetto? Sicuramente il prezzo d’acquisto, oggi elevato, bisogna attendere che i costi diventino competitivi sul mercato”.

 

Andreas Tschurtschenthaler 

“Perché un’auto a idrogeno? Siamo un’azienda leader nel settore del turismo e vogliamo essere credibili non solo in ciò che proponiamo come idee ma anche in ciò che facciamo come azienda, per noi la sostenibilità è un tema strategico. Certo, la difficoltà di rifornimento con l’idrogeno oggi è un limite, ma basta pianificare meglio i viaggi”.

 

Massimiliano Cudin

“La soddisfazione di fare rifornimento di idrogeno ‘fresco di giornata’, sapere che è stato prodotto con energia fotovoltaica, che non ci sono oleodotti, cisterne, petroliere, pozzi e trivelle coinvolti, che l’unica sostanza che l’auto emette è vapore acqueo… è una sensazione fantastica che consiglio a tutti di provare”.

 

Sergio Fedele 

“L’idrogeno pericoloso? Non mi preoccupa. E’ molto più leggero dell’aria, in caso di perdite si disperde rapidamente, mentre benzina o diesel colano al suolo e favoriscono l’estensione di un eventuale incendio. Paradossalmente un’auto a idrogeno può essere meno pericolosa di una tradizionale”.

 

Walter Pardatscher

“Ammettiamolo, per un privato è un prezzo impegnativo, sia per la scarsità di distributori d’idrogeno che per alcuni preconcetti. Diverso il discorso per una società come Autostrada del Brennero che investe nella ricerca e crede in un futuro a zero emissioni nei trasporti. L’auto? Ben piantata a terra, ma allo stesso tempo pronta e agile. Il bagagliaio mi è sembrato abbastanza capiente, con un fondo piatto: la bombola di idrogeno rimane ben nascosta sotto al piano di carico”.

 

Norbert Amort

“Abbiamo scelto un periodo di noleggio di dodici mesi, per conoscere meglio la macchina. Le impressioni? Guida tranquilla, silenziosa e piacevole. Un piccolo neo:  la batteria per il recupero dell’energia troppo piccola. Ci avete chiesto se la compreremmo. Il prezzo di un’auto a idrogeno dipende da quante se ne producono. Ma la produzione di una fuell cell e di un motore elettrico è più semplice rispetto a un motore a benzina e il montaggio più facile da automatizzare. Se un’auto così avesse anche un’autonomia elettrica di almeno 50 km ne valuteremmo l’acquisto”.

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