Politiche frammentarie, discontinue e incerte. Così sull’elettrico l’Italia fa peggio persino della Grecia. Ne approfitta la Cina, che allarga l’offerta; ultimo caso la BYD Sealion 7.
Il camion del futuro è ibrido e viaggia come un filobus
Nel settore del trasporto pesante, la diffusione dei mezzi elettrici è stata sinora ostacolata dall’enorme potenza necessaria per spostare le merci. Allo stato attuale della tecnica, le batterie necessarie per alimentare i motori a ridotte emissioni dovrebbero avere dimensioni ciclopiche e, anche in tal caso, garantirebbero un’autonomia limitata. La necessità di ridurre comunque le emissioni
Nel settore del trasporto pesante, la diffusione dei mezzi elettrici è stata sinora ostacolata dall’enorme potenza necessaria per spostare le merci. Allo stato attuale della tecnica, le batterie necessarie per alimentare i motori a ridotte emissioni dovrebbero avere dimensioni ciclopiche e, anche in tal caso, garantirebbero un’autonomia limitata. La necessità di ridurre comunque le emissioni inquinanti legate alla movimentazione dei materiali su gomma ha così portato a una soluzione ingegnosa: abbinare la tradizionale propulsione termica all’alimentazione elettrica… a filo!
I camion sfruttano le linee aeree elettriche
Il costruttore svedese Scania e lo specialista in elettronica e celle ricaricabili Siemens hanno sviluppato congiuntamente un sistema di trazione ibrido destinato ai camion, in grado di abbinare la propulsione termica a quella elettrica senza adottare pacchi batterie penalizzanti sotto il profilo del peso e della portata utile dei mezzi. L’energia viene prelevata dalle linee aeree mediante pantografi, analogamente a quanto accade per i filobus in città. Perché la nuova tecnologia possa diffondersi, è necessario che vengano approntate delle eHighway, vale a dire delle vere e proprie autostrade d’energia. Una soluzione avveniristica che da un lato garantirebbe il mantenimento della massima libertà d’azione lungo le reti viarie secondarie, dall’altro consentirebbe l’abbattimento delle emissioni e un netto miglioramento della sostenibilità dei mezzi pesanti attivi lungo le rotte più battute. Ad esempio lungo le arterie che connettono porti, poli industriali e miniere; strade percorse da migliaia di camion ogni giorno.
Emissioni ridotte sino al 90 per cento
I filotruck, questo potrebbe essere il nome dei nuovi mezzi pesanti, godono di uno sviluppo avanzato, complice la meticolosa sperimentazione che Siemens e Scania hanno condotto dal 1980 ad oggi lungo le strade californiane, tedesche e svedesi. Sotto il profilo tecnico non sussistono scogli particolari alla realizzazione di questi mezzi, trattandosi d’autocarri ibridi che, laddove incontrino una rete di distribuzione adatta, si collegano e viaggiano in modalità elettrica, mentre dove non è disponibile il cablaggio per l’alimentazione abbassano i supporti e procedono affidandosi al motore termico. Secondo Scania, che sinora ha privilegiato questa via alla possibilità di ricaricare wireless le batterie sfruttando degli induttori annegati nell’asfalto, la riduzione delle emissioni sulle lunghe tratte attrezzate potrebbe raggiungere l’80/90 per cento.
https://youtu.be/oO-URbPbodM
Svezia e Germania interessate al progetto
Il sistema ideato da Scania e Siemens è relativamente semplice, sebbene imponga di realizzare apposite infrastrutture lungo la rete stradale esistente e comporti il pagamento da parte delle aziende di trasporto sia dell’energia elettrica consumata sia del pedaggio per accedere alle corsie dedicate. L’ambiente, però, ne trarrebbe un giovamento epocale e il conto economico, secondo gli ideatori dei filotruck, sarebbe comunque positivo, considerando il notevole risparmio di carburante. Si tratta di un progetto concretizzabile? In Svezia, entro il 2030, entreranno in funzione le prime eHighway e il governo tedesco ha espresso il massimo interessamento nell’estendere la sperimentazione alle aree densamente trafficate del bacino della Ruhr. La tecnologia ibrida “a filo” potrebbe rivoluzionare il mondo dei trasporti.
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