Costruire auto elettriche a prezzi accessibili in Europa è possibile. Magari reinventando modelli iconici del passato e conservandone il fascino, come dimostra la Renault 5 elettrica.
Fiat-Chrysler ci ripensa, la prima auto elettrica debutterà tra pochi giorni
Sino ad oggi il Gruppo FCA (Fiat-Chrysler Automobiles) ha calcato il terreno della mobilità sostenibile grazie soprattutto alle motorizzazioni bifuel, vale a dire a propulsori che affiancano alla classica alimentazione a benzina il GPL, il metano e il bioetanolo, compiendo solo piccoli passi nella direzione dell’elettrificazione. Un orizzonte, quest’ultimo, nel quale il costruttore italo-americano non
Sino ad oggi il Gruppo FCA (Fiat-Chrysler Automobiles) ha calcato il terreno della mobilità sostenibile grazie soprattutto alle motorizzazioni bifuel, vale a dire a propulsori che affiancano alla classica alimentazione a benzina il GPL, il metano e il bioetanolo, compiendo solo piccoli passi nella direzione dell’elettrificazione. Un orizzonte, quest’ultimo, nel quale il costruttore italo-americano non credeva, per ammissione degli stessi vertici, almeno nel breve periodo. Ora, però, tutto potrebbe cambiare. In occasione del prossimo CES di Las Vegas, il più grande Salone al mondo dedicato all’elettronica di consumo, in programma dal 5 all’8 gennaio, debutterà la nuova Chrysler Pacifica Electric, alimentata esclusivamente a batteria. La testa di ponte di un’inedita famiglia di vetture a zero emissioni.
Il successo dell’auto elettrica è nelle super batterie
Non è una prima assoluta. Il Gruppo FCA si è già cimentato nella mobilità elettrica realizzando la city car Fiat 500e, dedicata al solo mercato statunitense. Una vettura presentata nel 2013 e rivelatasi un flop economico – per ogni esemplare venduto il costruttore perdeva, nel 2014, circa 14.000 dollari (13.400 euro) – al punto da indurre l’amministratore delegato Sergio Marchionne a sostenere che “il futuro elettrico è nel medio e lungo periodo. Oggi abbiamo la tecnologia, ma non funziona il rapporto costi-benefici. Sino a quando non saranno disponibili batterie più efficaci e longeve è meglio non farsi illusioni”. Gli accumulatori a elevate capacità invocati da Marchionne sono ora realtà, basti pensare alle moderne soluzioni agli ioni di litio, mentre evoluzioni ancor più performanti quali i supercondensatori arriveranno presto sul mercato. La nuova Chrysler Pacifica elettrica sarà così la prima, vera, auto a zero emissioni prodotta dal Gruppo FCA e destinata a gran parte del mondo, Europa inclusa.
I grandi costruttori credono nell’auto elettrica
Le superiori performance degli accumulatori non sono l’unico motivo per il quale il Gruppo FCA ha deciso di tornare sui propri passi. La scelta d’investire nella mobilità elettrica dipende anche dalla crescita costante delle vendite delle auto a zero emissioni e, soprattutto, dall’impegno dei colossi automotive. Toyota, il più grande costruttore al mondo nonché leader nella tecnologia ibrida, ha recentemente dichiarato che entrerà nel settore delle vetture a batteria entro il 2020, mentre Volkswagen e Mercedes-Benz hanno già presentato i prototipi che, da qui al 2025, consentiranno di sviluppare intere gamme a zero emissioni. Al contempo, la coreana Hyundai ha avviato la commercializzazione della berlina Ioniq, primo modello declinato in ben tre configurazioni sostenibili (ibrida, ibrida plug-in ed elettrica), mentre Opel propone con prezzi a partire da 30.000 euro la monovolume Ampera-e, accreditata di un’autonomia di 500 chilometri. Fiat-Chrysler, dinanzi a un simile fermento, non poteva restare passiva.
Chrysler Pacifica è stata la prima ibrida plug-in di FCA
Il primo vero passo verso l’elettrificazione di FCA, a essere onesti, va attribuito alla Maserati, brand controllato dal Gruppo italo-americano al pari di Abarth, Alfa Romeo, Jeep e Lancia, che ha lasciato trapelare alcune indiscrezioni in merito a una futura supercar elettrica, quasi certamente chiamata Alfieri e prima vettura a zero emissioni della storia della casa del Tridente. Ora, però, tocca alla versione a batteria della monovolume Chrysler Pacifica salire alla ribalta. Erede del modello Town & Country, commercializzato per anni sul mercato europeo con il nome Voyager – sotto l’egida Chrysler prima (sin dal 1989) e Lancia successivamente – la Pacifica aveva già portato al debutto il primo powertrain ibrido plug-in del Gruppo FCA, costituito da un V6 3.6 benzina e da due motori elettrici alimentati mediante accumulatori al litio da 16 kWh, ricaricabili anche mediante la comune rete elettrica, collocati alla base della seconda fila di sedili. La Pacifica Hybrid sfrutta una trasmissione a variazione continua, denominata EVT (Electronic Variable Transmission), che consente anche al motore elettrico d’inviare coppia alle ruote motrici, così da disporre della trazione integrale a gestione elettronica.
Propulsione elettrica e guida autonoma nel futuro di FCA
Forte di una piattaforma moderna e pesante meno di venti quintali, la Pacifica Hybrid può contare su di un’autonomia a zero emissioni di 48 chilometri. Una percorrenza tra le migliori della categoria. Ora è lecito aspettarsi almeno 300 chilometri a ogni ricarica da parte della versione integralmente elettrica, destinata a divenire la futura base per il sistema di guida autonoma sviluppato congiuntamente da Google e Fiat-Chrysler. In soli sei mesi, la partnership tra i due colossi ha portato all’allestimento di cento vetture ibride plug-in in grado di viaggiare senza conducente. Una flotta che entrerà in circolazione a inizio 2017 sotto l’egida di Waymo, azienda del colosso americano Alphabet, cui fa capo Google, che ha raccolto l’eredità della Koala Car e ha già percorso 4,8 milioni di chilometri sulle strade pubbliche americane utilizzando anche prototipi privi di volante e comandi tradizionali. Una svolta epocale per il Gruppo FCA.
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