
I pannelli fotovoltaici sono la tecnologia verde più utilizzata nella transizione energetica. Ma come smaltirli e riciclarli quando diventano obsoleti?
La vecchia miniera di carbone che si trova nella Renania Settentrionale-Vestfalia in Germania potrebbe presto diventare un enorme centrale idroelettrica da 200 MW di potenza. L’idea è quella di trasformare la miniera in un bacino idrico capace di funzionare come una batteria gigante e di poter in questo modo fornire energia per almeno 400mila famiglie.
La vecchia miniera di carbone che si trova nella Renania Settentrionale-Vestfalia in Germania potrebbe presto diventare un enorme centrale idroelettrica da 200 MW di potenza. L’idea è quella di trasformare la miniera in un bacino idrico capace di funzionare come una batteria gigante e di poter in questo modo fornire energia per almeno 400mila famiglie.
Il progetto entra in quella che in Germania viene definita come l’Energiewende (letteralmente “transizione energetica”), ovvero il percorso intrapreso dal Paese per abbandonare progressivamente le fonti fossili a favore dell’energia rinnovabile.
La miniera di Prosper-Haniel, che ha aperto i battenti nel 1863, è in grado di produrre almeno 3 milioni di tonnellate di carbone l’anno, secondo quanto scrive Ecowatch, ed è una delle ultime miniere attive rimaste in Germania. Ma il progetto di chiuderla nel 2018 ha spianato la strada a nuove idee di reimpiego degli spazi, tra cui quella di trasformarla in un enorme bacino idroelettrico per l’accumulo dell’energia.
#Solar and wind set new record in #Germany in March https://t.co/0svdwD6CJf #Energiewende #renewables #CO2 more later in CLEW digest
— Clean Energy Wire (@cleanenergywire) 5 aprile 2017
Nella pratica i 600 metri di dislivello servirebbero ad avviare delle turbine posizionate sul fondo della miniera. Queste produrrebbero l’energia elettrica richiesta nei momenti di picco, mentre nei momenti di minor richiesta la stessa energia verrebbe impiegata per ripompare l’acqua nel bacino idrico e continuare così il ciclo. In questo modo la cittadina di Boottrop, legata per decenni al carbone, continuerebbe a fornire energia al Paese, stavolta da fonti rinnovabili.
È la transizione energetica tedesca, che punta ad aumentare la quota di energia rinnovabile sul consumo finale di energia (elettricità, riscaldamento e trasporti) all’80 per cento entro il 2050, con passaggi intermedi del 35 per cento nel 2025 e del 55-60 per cento entro il 2035. Nel 2016, secondo i dati forniti dall’Agenzia nazionale per l’energia rinnovabile, la quota di rinnovabili ha toccato il 31,7 per cento, con un incremento dello 0,2 per cento rispetto all’anno precedente. Quota che ha permesso di evitare l’emissione di 158,8 milioni di tonnellate di CO2 equivalenti.
Da sottolineare comunque che il grosso dell’energia tedesca, ovvero il 40,3 per cento, proviene dal carbone (17,2 per cento) e dalla lignite (23,1 per cento), mentre un’altra buona fetta (13,1 per cento) viene dal nucleare. Sta di fatto che la crescita degli investimenti nelle rinnovabili nel panorama tedesco cresce stabilmente, almeno dal 2000: solo lo scorso anno nel solare, eolico, biomasse e nel geotermico, sono stati investiti 14,2 miliardi di euro.
Siamo anche su WhatsApp. Segui il canale ufficiale LifeGate per restare aggiornata, aggiornato sulle ultime notizie e sulle nostre attività.
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.
I pannelli fotovoltaici sono la tecnologia verde più utilizzata nella transizione energetica. Ma come smaltirli e riciclarli quando diventano obsoleti?
Il governo vara il ddl che segna l’inizio del ritorno al nucleare, di nuova generazione, per contribuire alla decarbonizzazione. Quali pro e quali contro?
Saudi Aramco, ExxonMobil, Shell, Eni: sono alcune delle “solite” responsabili delle emissioni di CO2 a livello globale.
Il governo vara un decreto per aiutare le famiglie più fragili contro il caro bollette. Ma manca il disaccoppiamento dei prezzi di gas ed elettricità.
Bp aumenterà gli investimenti nei combustibili fossili di circa il 20 per cento, tagliando del 70 per cento quelli nelle rinnovabili.
A cinque anni dall’entrata in funzione di Tap, il progetto di ampliamento della capacità di trasporto di gas riporta l’attenzione sull’opera.
Da una parte, l’Italia stringe un accordo sulle rinnovabili con Emirati Arabi Uniti e Albania. Dall’altra, continua la corsa al gas fossile.
Dopo aver abbandonato il gas russo, l’Austria sta puntando sulle pompe di calore e la geotermia. Un esempio che potrebbe ispirare il resto d’Europa.
Più gas, meno eolico. Più trivelle, meno tecnologia verde. Le scelte di Trump in campo energetico danneggiano ambiente e lavoratori.