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La propulsione elettrica e la tecnologia ibrida sono il futuro non solo della mobilità alternativa, ma anche delle competizioni su quattro ruote. La Formula 1, massima espressione dell’automobilismo sportivo, già da tempo prevede vetture con propulsori termici abbinati a unità elettriche, mentre la Formula E, serie in continua crescita d’interesse e pubblico, si affida a
La propulsione elettrica e la tecnologia ibrida sono il futuro non solo della mobilità alternativa, ma anche delle competizioni su quattro ruote. La Formula 1, massima espressione dell’automobilismo sportivo, già da tempo prevede vetture con propulsori termici abbinati a unità elettriche, mentre la Formula E, serie in continua crescita d’interesse e pubblico, si affida a monoposto esclusivamente a batteria. Un cambiamento epocale rispetto al passato che fornisce un forte impulso allo sviluppo di soluzioni tecniche compatibili con l’ambiente, stante il continuo travaso di tecnologia dalle vetture da competizione alle auto di serie, ossia dai circuiti alle strade di tutti i giorni. Una ricaduta virtuosa nella quale crede il costruttore francese Peugeot, che con il prototipo L500 R Hybrid abbina le prestazioni di un’auto da gara ai consumi di un’utilitaria.
Affonda le radici nel passato, pur guardando al futuro. La concept Peugeot L500 R HYbrid rende omaggio alla storia della casa francese e, più precisamente, alla vettura da competizione L45 che, il 30 maggio del 1916, conquistò la 500 Miglia di Indianapolis – una delle gare di durata più dure e celebri al mondo – mantenendo l’eccezionale media, per l’epoca, di 135 km/h. Il prototipo francese mira oggi a un altro primato, vale a dire a mettere a disposizione una potenza elevatissima a prezzo di un consumo di carburate molto ridotto, a tutto vantaggio del contenimento delle emissioni. Cuore del sistema propulsivo è l’abbinamento tra un quattro cilindri 1.6 THP – turbo 16V a iniezione diretta di benzina – con due motori elettrici dislocati in corrispondenza di ciascun assale, portando così in dote la trazione integrale a gestione elettronica.
La potenza complessiva è di 500 cv, mentre la coppia massima raggiunge i 730 Nm. Valori da capogiro, solitamente appannaggio di vetture dalla cilindrata nettamente superiore oltre che sensibilmente più “assetate” di carburante. Risultati ottenuti grazie alla disponibilità di differenti modalità di marcia, incluso il programma EV che prevede lo sfruttamento dei soli propulsori alimentati a batteria. Il recupero dell’energia avviene nelle fasi di frenata e sfruttando il motore anteriore come generatore. Ne conseguono prestazioni eccezionali, dato che la Peugeot L500 R Hybrid è accreditata di uno scatto da 0 a 100 km/h in 2,5 secondi e di un tempo sul chilometro da fermo di 19 secondi netti. Per ottenere un’accelerazione simile (da 0 a 100 km/h in 2,8 secondi) è necessario rivolgersi a una supercar da 400.000 euro quale la Lamborghini Aventador LP 750-4 Superveloce, mossa da un motore a 12 cilindri a V di 6,5 litri che percorre, mediamente, poco più di 6 km con un litro di benzina emettendo ben 370 grammi al chilometro di anidride carbonica.
La monoposto Peugeot garantisce consumi ed emissioni da utilitaria nonostante la straordinaria potenza in gioco. Come è possibile? Grazie all’affinamento della propulsione ibrida e, aspetto tutt’altro che secondario, al radicale contenimento del peso della vettura, di poco inferiore a 1.000 kg. Proprio il perseguimento della massima leggerezza è una delle strade maestre che in futuro condurranno al miglioramento delle prestazioni, e quindi della sostenibilità ambientale, dei modelli sia ibridi sia elettrici. Un obiettivo tutt’altro che scontato, basti pensare come la berlina alimentata a batteria più celebre al mondo, vale a dire la Tesla Model S, fermi l’ago della bilancia oltre i 2.100 kg.
Dimagrire a tutti i costi diventa uno slogan socialmente accettabile, a patto, beninteso, di mantenerlo confinato al mondo delle quattro ruote, e paladina di questa nuova crociata tecnica è la monoposto Peugeot. La concept L500 R Hybrid, nonostante la tecnologia ibrida e tre motori, oltre a un’autonomia pressoché doppia rispetto alle migliori vetture elettriche attualmente sul mercato, può infatti contare sulla massa di una libellula. “Contenere il peso è tutto – sosteneva Colin Chapman, patron della casa costruttrice Lotus – e ogni grammo risparmiato è guadagnato”. Una filosofia nata nell’ambito delle corse, ma oggi più che mai auspicabile anche per la produzione di massa, così da rafforzare i progressi in materia di sostenibilità portati in dote dalla propulsione ibrida ed elettrica.
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