Spreco alimentare, dalla scuola nuove abitudini per le famiglie
Succede a volte che in famiglia i ruoli si possano invertire, con i figli che “insegnano” ai genitori, mentre papà e mamma vengono spronati a fare meglio su particolari temi. Spesso questo atteggiamento provoca un cambiamento positivo, a partire da un maggiore impegno da parte degli adulti a migliorare. La scuola ovviamente ricopre un
Succede a volte che in famiglia i ruoli si possano invertire, con i figli che “insegnano” ai genitori, mentre papà e mamma vengono spronati a fare meglio su particolari temi. Spesso questo atteggiamento provoca un cambiamento positivo, a partire da un maggiore impegno da parte degli adulti a migliorare.
La scuola ovviamente ricopre un ruolo decisivo nel formare i ragazzi, soprattutto in giovane età. Nel contesto scolastico, progetti educativi che parlano di raccolta differenziata, di educazione al cibo e di spreco alimentare, hanno un influsso positivo sugli studenti. L’ha dimostrato il progetto Momenti da non sprecare, realizzato da Whirlpool Corporation, in collaborazione con La Fabbrica, e indirizzato in particolare alle scuole primarie di Lombardia e Marche. Gli studenti, durante le attività proposte dal pacchetto didattico, hanno sviluppato nuovi atteggiamenti, attivato buone pratiche e hanno maturato una nuova consapevolezza sull’alimentazione e sullo spreco del cibo. Condividendo a casa il bagaglio di insegnamenti appresi a scuola.
Spazio alle ricette antispreco, come si faceva una volta
Uno degli obiettivi del progetto è stato coinvolgere le famiglie degli studenti nel processo di riduzione dello spreco alimentare. Lo conferma Silvia Di Laura, mamma di Chiara, alunna della 3° A della scuola primaria Alex Visconti di Milano. “Chiara è diventata più curiosa su ciò che riguarda il cibo. Non dice più di no quando le presento nuove pietanze. Anzi le assaggia volentieri”. In famiglia, inoltre, sono state rispolverate le classiche “ricette della nonna”, quelle che servivano a non buttare il cibo. “Facciamo più attenzione agli avanzi che abbiamo in frigo e insieme a Chiara ci siamo inventate nuove ricette”. Due uova, un po’ di verdura, gli avanzi della pasta del giorno prima ed ecco pronto il pasto. Le famiglie hanno anche imparato che lo spreco alimentare si combatte partendo dagli scaffali del supermercato. “Trovo che fare la lista della spesa sia un’ottima idea. In questo modo si evita di acquistare prodotti in offerta, se questi non servono. Si tratta di un buon metodo per evitare gli sprechi e comprare in maniera consapevole”.
Buone abitudini, che insieme ad una buona conoscenza degli elettrodomestici che abbiamo in casa e del loro corretto utilizzo, possono contribuire a conservare meglio gli alimenti. “Nostro figlio ci ha spiegato la giusta disposizione degli alimenti all’interno del frigo, che prima non conoscevamo”, racconta invece Mara Cerquiglini, mamma di Luca. “Controlla che tutto sia in ordine”. Gli elettrodomestici aiutano a ridurre anche il consumo di risorse, come acqua ed energia: uno su tutti è la lavastoviglie che, se usata correttamente, può ridurre i consumi di acqua fino al 70 per cento. “Credo che la lavastoviglie sia una grandissima invenzione. In particolare i modelli di ultima generazione: a risparmio energetico e con modalità eco”, continua mamma Mara. “Usare gli elettrodomestici oggi a disposizione per la cucina, mi aiuta a recuperare dei momenti da dedicare alla mia famiglia, ad avere più tempo. Anche questi sono ‘Momenti da non sprecare’, in particolare per tutti i genitori che lavorano”.
Perché lo spreco alimentare si riduce a partire dalle nostre tavole
È indubbio che siano le nostre abitudini alimentari ad avere un peso eccessivo su quanto cibo viene gettato via tra le mura domestiche. Per combattere lo spreco, gli alunni della scuola primaria Don Milani di Ancona hanno stilato un decalogo antispreco, che insegna non solo a preservare le risorse naturali ma anche a migliorare la gestione economica in famiglia. “È stata la prima volta che in classe i nostri figli hanno realizzato un progetto che coinvolgesse direttamente le famiglie”, racconta Marianna Palumbo, mamma di Rita Pia. “L’abbiamo trovato stimolante, tanto che molti dei nostri atteggiamenti sono cambiati: porzioni più piccole, riutilizzo degli avanzi, attenzione a ciò che acquistiamo”.
È un tema che ricorre spesso: acquistare di meno, con più consapevolezza di ciò che si ha veramente bisogno. “Non faccio più una spesa eccessiva e ne ho ridotto la frequenza. La si fa una volta la settimana, con molta più attenzione”. Ci sono poi le famiglie già virtuose, dove il “non si butta nulla” è da sempre una regola. In questo caso i bambini si rivedono in tali insegnamenti. “Quando andiamo al ristorante, ad esempio, noi chiediamo sempre la doggy bag. Spesso nei locali se ne vede molto di cibo sprecato”, spiega Barbara Ulisse, mamma di Nicole.
All’interno dell’album Talent Kitchen, dove gli alunni si cimentano con vari esercizi e giochi, Nicole ha disegnato una mamma che dona del cibo ad un’altra persona. “È una cosa che l’ha colpita molto”, racconta la signora Barbara. “Ogni mese io e altre persone del quartiere Torrette cuciniamo qualche pasto in più, da donare poi ai senzatetto che vivono qui. Ha voluto saperne di più, e così le ho raccontato cosa stavamo facendo, mentre lei mi aiutava”. Anche questo è un modo per valorizzare il cibo, inserendolo in un contesto sociale. Una famiglia che partecipa alla realtà del territorio è una famiglia viva, capace di cambiare in meglio la società civile. Senza sprechi.
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