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Pittsburgh, Uber inaugura il noleggio a guida autonoma. Volvo nuovo partner
Pittsburgh, Pennsylvania, dove il vecchio e il nuovo s’incontrano. Da un lato le vestigia dell’era dell’acciaio, quando la città era uno dei poli siderurgici più importanti d’America, dall’altro il recente sviluppo del settore dei servizi e dell’alta tecnologia. Tecnologia che, oggi, raggiunge il proprio apice con l’introduzione del servizio di noleggio con conducente… senza conducente!
Pittsburgh, Pennsylvania, dove il vecchio e il nuovo s’incontrano. Da un lato le vestigia dell’era dell’acciaio, quando la città era uno dei poli siderurgici più importanti d’America, dall’altro il recente sviluppo del settore dei servizi e dell’alta tecnologia. Tecnologia che, oggi, raggiunge il proprio apice con l’introduzione del servizio di noleggio con conducente… senza conducente! Uber, che dal 2009 ad oggi ha rivoluzionato il trasporto automobilistico privato proponendo un’alternativa ai classici taxi, trasforma in realtà il progetto dell’auto che si guida da sola.
Coperta un’area di 30 km quadrati
Noleggiare un’auto a guida autonoma è possibile. A tre anni dall’inizio della sperimentazione del servizio senza guidatore e a solo 18 mesi dall’interessamento di Uber, Pittsburgh registra l’entrata in funzione delle prime Ford Fusion in grado di gestirsi da sé. La destinazione desiderata viene inserita tramite la specifica app al momento della prenotazione, oppure mediante il tablet di bordo. Approvata la rotta pianificata dalla vettura, tutto accade senza alcun intervento umano. Come raccontato da Alex Davies, giornalista della rivista Wired e tra i primi fruitori del servizio, è possibile “riservare una corsa in un’area di circa 30 chilometri quadrati, essere raggiunti rapidamente dal veicolo assegnato e quindi affidarsi all’auto robot. La presenza del guidatore – in realtà un ingegnere preposto alla verifica della funzionalità del sistema – è resa necessaria sia dalla carenza normativa in materia sia dalla necessità di reagire in caso d’emergenza”.
La guida autonoma riduce costi e rischi
L’obiettivo di Uber è duplice: ottimizzare costi e rapidità del servizio riducendo al tempo stesso il rischio d’incidenti. A tal proposito, la “cavia” di Wired rileva come, durante un tour esplorativo della città, il conducente sia intervenuto solo in due occasioni, “quando l’auto ha tardato nel rallentare in prossimità di un pedone e, all’opposto, quando è restata tanto immobile quanto perplessa dinanzi a un pick-up parcheggiato in doppia fila”. L’iniziativa del colosso californiano è simile a quanto avvenuto a Singapore ad opera della startup italoamericana NuTonomy, ideatrice di un servizio di taxi senza conducente, ma con una particolarità: Uber fa sì che l’auto dialoghi con i passeggeri, coinvolgendoli nell’esperienza di guida autonoma e mantenendoli informati di quanto avviene mediante il tablet di bordo. Grazie alla combinazione di telecamere e laser Lidar, acronimo dall’inglese Laser Imaging Detection and Ranging, viene inoltre mostrato al cliente ciò che il sistema “vede” sotto forma di telerilevamento.
Uber potrà contare su trenta Suv Volvo XC90
La corsa di Uber verso il noleggio a guida autonoma è destinata a ricevere ulteriore linfa grazie all’accordo, del valore di 300 milioni di euro, siglato di recente con il costruttore svedese – ma a proprietà cinese – Volvo. Questi fornirà cento Suv XC90 dotate delle più recenti tecnologie in materia di rilevamento degli ostacoli e auto pilot, destinate a essere equipaggiate con il software elaborato da Uber. Teatro della sperimentazione sarà, ancora una volta, la città di Pittsburgh, sede del dipartimento di robotica della Carnegie Mellon University, partner prezioso nello sviluppo dell’auto senza conducente.
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