Roberta Redaelli, nel suo saggio Italy & Moda, raccoglie le voci del tessile. E invita il consumatore a fare scelte che lo spingano alla sostenibilità.
Global change award 2018, i vincitori del famoso contest sulla moda eco
Anche quest’anno il Global change award 2018 ha selezionato cinque progetti all’avanguardia della moda sostenibile. Primo fra tutti, il biotessuto Agroloop fibre ricavato dagli scarti agricoli.
Cinque progetti di moda il cui compito è quello di cambiare l’industria tessile e della moda proponendo soluzioni innovative e rispettose dell’ambiente. In palio un finanziamento pari a un milione di euro da suddividere in 300mila per il primo premio, 250mila per il secondo e 150mila ciascuno per il terzo, quarto e quinto vincitore.
Dopo Wineleather e Mestic che si sono aggiudicati la vittoria nella scorsa edizione, la startup più votata dal pubblico del Global change award 2018 della H&M foundation è stata l’ideatrice del tessuto vegetale Agroloop biofibre derivato da scarti di raccolti delle aziende agricole che, stando alle dichiarazioni del portavoce Isaac Nichelson, si servirà del premio nel “perfezionamento della tecnologia a circuito chiuso, nella protezione della proprietà intellettuale e nell’inizio della produzione in scala commerciale”.
Chi sono i cinque vincitori del Global change award 2018
Tra gli oltre duemila candidati sottoposti al giudizio della giuria di esperti durante questa terza edizione del concorso, solo in cinque si sono contraddistinti per la potenziale capacità di accelerare il processo di rinnovamento della moda. Si va da Agroloop biofibre della startup Crop-a-porter, un tessuto fatto di raccolti alimentari come semi di lino, banane, canna da zucchero o ananas recuperati da aziende agricole che li avrebbero altrimenti smaltiti bruciandoli con conseguente rilascio di anidride carbonica e gas metano in atmosfera; The regenerator che, attraverso l’uso di un particolare agente chimico ecologico propone una valida soluzione per separare il poliestere dal cotone nei tessuti misti rendendoli così riciclabili; e Algae apparel che ha ideato una nuova tecnologia per produrre fibre e tinture partendo dalle alghe le cui vitamine, proprietà antiossidanti e sostanze nutrienti svolgono anche un’azione idratante al contatto con la pelle.
A conquistare la giuria di esperti sono stati anche il filo Smart stitch che agevola le operazioni di riciclo e riparazione degli indumenti perché in grado di dissolversi ad alte temperature; e infine Fungi fashion che ha inventato un nuovo tessuto cento per cento biodegradabile ricavato dalle radici dei funghi.
L’obiettivo è reinventare la moda
“I vincitori di quest’anno hanno l’obiettivo di cambiare radicalmente l’industria per arrivare a un’economia circolare e a basse emissioni di carbonio”,Secondo Vikram Widge, responsabile delle politiche finanziarie legate al clima della Banca mondiale e membro della giuria del Global change award 2018. “Che si tratti di fibre provenienti da rifiuti organici, alghe o nuove modalità di riciclo, i vincitori mostrano approcci potenzialmente rivoluzionari, dalle fonti all’utilizzo finale“.
E grazie al programma incubatore fornito dalla H&M foundation in collaborazione con Accenture e il Kth Royal institute of technology di Stoccolma, le startup verranno seguite per un anno affinché possano concretizzare le proprie idee e massimizzarne i risultati prima di fare il loro ingresso sul mercato al fianco del sempre più crescente numero di realtà che guidano l’industria della moda verso un futuro all’insegna della salvaguardia ambientale.
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