Roberta Redaelli, nel suo saggio Italy & Moda, raccoglie le voci del tessile. E invita il consumatore a fare scelte che lo spingano alla sostenibilità.
Fashion revolution 2018, insieme alla fondazione Pistoletto per promuovere la moda sostenibile
Fashion revolution 2018, movimento nato in seguito alla strage di Rana Plaza, continua la sua lotta per una moda più sostenibile e rispettosa insieme alla fondazione Pistoletto in un evento al Superstudio Più di Milano.
Sono passati cinque anni dal fatidico 24 aprile 2013 quando la fabbrica di abbigliamento Rana Plaza a Dhaka in Bangladesh crollò causando la morte di oltre mille operai impiegati ogni giorno nel confezionamento di vestiti per conto di marchi low cost noti in tutto il mondo. Da quel tragico episodio è nato Fashion revolution, un movimento presente in ormai 100 paesi, tra cui l’Italia, il cui intento è quello di diffondere maggiore consapevolezza promuovendo un modello di moda sostenibile nel rispetto dell’ambiente e delle persone.
Fashion revolution 2018 con la fondazione Pistoletto al Superstudio Più di Milano
Oltre alla consueta campagna internazionale #whomademyclothes (“chi ha fatto i miei vestiti”) che invita consumatori e marchi di moda a postare foto del proprio abbigliamento con l’etichetta in vista, anche quest’anno l’organizzazione Fashion revolution è scesa in campo con numerose iniziative in tutto il mondo.
In Italia il movimento, rappresentato dalla designer di moda etica Marina Spadafora, metterà in scena in collaborazione con la fondazione Pistoletto una rassegna sulla moda sostenibile che si terrà l’8 maggio al Superstudio Più in via Tortona a Milano. A sostenere l’iniziativa c’è anche l’artista Michelangelo Pistoletto con la sua opera Terzo Paradiso che, dopo il successo riscosso durante la Milano Design Week 2018, diventa protagonista della serata di Fashion revolution proponendo una nuova fase dell’umanità in cui natura e tecnologia convivono in totale armonia.
Fashion revolution Italia, per una moda diversa
Obiettivo della serata, durante la quale interverranno realtà virtuose come Frumat, Lablaco, Orange Fiber, Progetto Quid, Socially Made in Italy con Sartoria San Vittore, San Patrignano, Wråd e Vegea sarà quello di offrire una visione completa sul reale impatto della moda presentando un modello di industria alternativo. Cioè fatto di innovazione, educazione, informazione e moda sociale che avrà il nobile compito di guidare la creatività italiana verso il raggiungimento di un nuovo status a livello globale.
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