In Europa la transizione energetica è vicina, grazie a un mix di eolico e solare, ma infrastrutture e burocrazia rischiano di rallentarla
Kodiak, l’isola dell’Alaska alimentata al 100% da rinnovabili
Kodiak è la seconda isola più grande degli Stati Uniti, nel sud dell’Alaska. Un’isola che vive fondamentalmente di pesca e che, dal 2014, è alimentata al 99,7 per cento da fonti rinnovabili. Vento e idroelettrico forniscono infatti l’elettricità ai 15mila abitanti dell’isola. Un progetto nato nel 2002 L’idea nasce già nel 2002, quando la Kodiak
Kodiak è la seconda isola più grande degli Stati Uniti, nel sud dell’Alaska. Un’isola che vive fondamentalmente di pesca e che, dal 2014, è alimentata al 99,7 per cento da fonti rinnovabili. Vento e idroelettrico forniscono infatti l’elettricità ai 15mila abitanti dell’isola.
Un progetto nato nel 2002
L’idea nasce già nel 2002, quando la Kodiak Energy Association (Kea), cooperativa rurale che genera e distribuisce elettricità sull’isola, decide di decarbonizzare la produzione elettrica, abbandonando il diesel come fonte primaria. Un progetto pionieristico che ha portato l’isola di Kodiak ad essere un vero e proprio laboratorio per le rinnovabili, per la gestione della rete e per lo stoccaggio di energia.
Kodiak, le prime turbine nel 2009
La Kea, per realizzare il progetto di riconversione, ha beneficiato di un fondo messo a disposizione dall’Autorità per l’energia dell’Alaska nato nel 2008, ricevendo 16 milioni di dollari di finanziamento, che si aggiungevano ai 39,4 milioni di Creb’s (Clean renewable energy bonds). Da qui le prime tre turbine da 1,5 MW installate nel 2009. Ma il vento, discontinuo per natura, non permetteva di avere una produzione costante in grado di sopperire alla domanda.
Da qui la decisione di installare un gruppo di batterie per lo stoccaggio dell’energia elettrica. Ma è l’idroelettrico a fare la parte del leone, grazie al quale l’isola riesce a mantenere costante la fornitura di energia nella rete. Nel 2012 l’impianto eolico viene così integrato con altre tre turbine, sempre da 1,5 MW di potenza. In questo modo il pacco batterie riesce a supportare i momenti in cui cala il vento, mentre l’idroelettrico immette nella rete l’elettricità richiesta. Il tutto accade dai 30 ai 90 secondi.
Il porto di Kodiak funziona a rinnovabili
Un sistema che permette ad uno dei porti più grandi dell’Alaska di essere alimentato al 100% da fonti rinnovabili. La grande gru, capace di muovere interi container carichi, è infatti alimentata dal vento e dall’acqua. In questo modo anche le società che vivono di pesca, come quella del salmone, possono affermare di utilizzare parte di energia rinnovabile per le loro attività.
.@POTUS just became the first president to travel above the Arctic Circle → http://t.co/Xs7VFnbDeM pic.twitter.com/JGYVY4sFD5
— White House Archived (@ObamaWhiteHouse) 3 settembre 2015
La visita di Obama nel 2015
Durante il viaggio del Presidente degli Stati Uniti in Alaska, probabilmente uno dei più significativi di Obama voluto proprio per mostrare gli effetti del cambiamento climatico, l’isola di Kodiak viene citata come esempio di resilienza e transizione energetica. “L’isola di Kodiak ha ottenuto il 99,7 per cento dell’elettricità da fonti rinnovabili”, ha detto Obama. “L’energia eolica ha fatto risparmiare oltre due milioni di galloni (7,5 milioni di litri) di carburante l’anno. Le persone stanno risparmiando denaro e stanno aiutando l’ambiente”.
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