Parigi, vignette adesive e “ghigliottina” per i Diesel più inquinanti

A Parigi, la tendenza a dare un taglio netto agli oppressori non è mai venuta meno. Almeno così pare, dato che nonostante siano passati oltre duecento anni dalla prima rivoluzione francese, la ghigliottina torna in funzione e colpisce un nuovo, subdolo, nemico: l’inquinamento atmosferico. All’ombra della torre Eiffel, mai così offuscata dallo smog come in

A Parigi, la tendenza a dare un taglio netto agli oppressori non è mai venuta meno. Almeno così pare, dato che nonostante siano passati oltre duecento anni dalla prima rivoluzione francese, la ghigliottina torna in funzione e colpisce un nuovo, subdolo, nemico: l’inquinamento atmosferico. All’ombra della torre Eiffel, mai così offuscata dallo smog come in questi giorni, hanno deciso di vietare la circolazione delle vetture e dei veicoli commerciali prodotti prima del 1997. Sin qui nulla di nuovo. Ciò che colpisce, ora, è piuttosto l’inasprimento di questo taglio, dato che anche le auto Diesel costruite dal 1997 al 2000 verranno bandite. Una disposizione che, secondo l’agenzia Reuters, coinvolgerebbe il sei per cento dell’intero parco circolante.

 

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Una delle vignette introdotte dall’amministrazione parigina, applicata al parabrezza di un’auto così da identificarne immediatamente la classe di emissioni

Vignette di colori diversi in base alle emissioni

Già da una settimana è entrato in vigore nella capitale francese – come in gran parte del Paese – l’annunciato sistema di catalogazione dei veicoli mediante vignette, simili nell’aspetto ai ticket autostradali svizzeri, da apporre sul parabrezza. Adesivi chiamati a certificare l’appartenenza delle auto, tanto a benzina quanto a gasolio, a uno dei livelli d’inquinamento previsti in funzione delle emissioni omologate. Tale classificazione, denominata Crit’air, prevede sei classi, oltre alla categoria riservata ai modelli elettrici e a idrogeno – ovviamente “fuori scala” – da gestire in base alla situazione ambientale vissuta di volta in volta dalla città. Un metodo semplice, ma decisamente efficace sia per consentire ai cittadini di prendere immediata consapevolezza dei livelli di smog, sia alle forze dell’ordine per reprimere gli abusi.

Parigi corre ai ripari. Nuovi polmoni verdi e meno auto

I nuovi provvedimenti coincidono con il peggioramento della qualità dell’aria parigina durante il mese di gennaio e mirano a rafforzare una politica di svecchiamento del parco auto. Un orizzonte che trova concordi il sindaco della capitale Anne Hidalgo e il ministero dell’Ambiente, capitanato da Ségolène Royal, candidata alla presidenza della Repubblica nel 2007. Una lotta allo smog che già in passato aveva portato la capitale francese a blocchi permanenti a livello locale, a limiti di velocità particolarmente bassi e a pianificare il divieto di circolazione per tutti i veicoli Diesel entro il 2020. In aggiunta, Parigi ha da poco introdotto tariffe più alte per la sosta in centro, ha abolito la tradizione del parcheggio gratuito il sabato e durante le vacanze estive oltre ad aver moltiplicato le Zone 30; aree nelle quali vigono rigide restrizioni all’andatura dei veicoli. Lungo le rive della Senna è inoltre prevista la conversione di alcune arterie viarie ad aree ricreative. Perché Parigi ama un unico colore: il verde.

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