L’Onu dedica il nuovo anno alla pesca e all’acquacoltura per valorizzare il ruolo dei piccoli pescatori nella creazione di sistemi alimentari sostenibili
La pesca delle vongole di Chioggia e Venezia è sostenibile
Per la prima volta nell’intero bacino del Mediterraneo, un’attività di pesca riceve la certificazione Msc. Le vongole pescate nel distretto di Chioggia e Venezia sono sostenibili e rispettano i naturali cicli di riproduzione.
È un riconoscimento ad un’attività storica del distretto della pesca delle vongole di Chioggia e Venezia che, da solo, copre il 26 per cento della produzione nazionale, con 4.600 tonnellate l’anno. Per la prima volta infatti un’attività di pesca viene insignita del marchio Msc (Marine stewardship council) che garantisce la sostenibilità e la corretta gestione della risorsa ittica. A raggiungere il prestigioso traguardo è l’O.P. Bivalvia Veneto Società Cooperativa, che opera nella zona dell’Alto Adriatico.
Il riconoscimento è stato reso pubblico lo scorso 18 luglio a Caorle, storico porto dove operano decine di piccoli pescherecci. L’attività di O.P. Bivalvia è stata giudicata conforme agli standard ambientali di sostenibilità Msc in seguito ad un’analisi dei dati relativi allo specifico contesto in cui si svolge l’attività di pesca, in particolare sullo stato dello stock, la minimizzazione dell’impatto sull’habitat e sull’ecosistema, e la gestione che viene adottata per regolare e controllare ciascuno di questi elementi. “In questa attività di pesca lo stock è monitorato regolarmente ed è stata messa in atto una strategia di gestione per assicurarne la sostenibilità sul lungo termine”, ha detto Francesca Oppia, program manager di Msc per l’Italia, in una nota.
La vongola è sostenibile, lo certifica Msc
Il Marine stewardship council (Msc) è un’organizzazione internazionale non-profit, che lavora per riconoscere e premiare le pratiche di pesca sostenibili, con l’obiettivo di creare un mercato di prodotti ittici sostenibile. Quando un qualsiasi prodotto ittico presenta il marchio blu, significa che quel pesce deriva da un’azienda di pesca certificata indipendentemente, su base scientifica, seguendo lo standard Msc per la sostenibilità ambientale della pesca. E che lo stesso prodotto è tracciabile e riconducibile ad un approvvigionamento sostenibile.
L’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura (Fao) è concorde nell’affermare che sia di fondamentale importanza raggiungere degli elevati standard capaci di certificare la provenienza del pesce dal mare al piatto. “Ogni anno – scrive la Fao – vengono catturati circa 91-93 milioni di tonnellate di pesci, con un valore di esportazioni nel 2016 di 142 miliardi di dollari”. Ma è il mercato illegale a coprire una fetta ancora troppo grossa, causando ogni anno una deprivazione di quasi 26 milioni di tonnellate supplementari di pesce, danneggiando gli ecosistemi marini e sabotando gli sforzi per gestire in modo sostenibile la pesca.
La flotta veneziana per la pesca alle vongole
La pratica iniziata negli anni ’60 ha conosciuto anche grossi periodi di crisi. Oggi l’intera flotta è composta da barche da pesca che misurano dagli 11 ai 15 metri e ospitano a bordo una media di 2,5 persone ciascuna, e operano quattro giorni la settimana. Tutte le barche devono rispettare un limite massimo giornaliero di pescato pari a 400 kg per barca, mentre il fermo biologico è di cinque mesi all’anno (quello obbligatorio sarebbe di due).
“Siamo estremamente orgogliosi di questo risultato, che significherà impiegare ulteriore lavoro ed un impegno continuativo nelle nostre attività quotidiane, ma anche un grande prestigio” ha detto Gianni Stival, presidente di O.P. Bivalvia Veneto. “Essere la prima attività di pesca ad ottenere questa prestigiosa certificazione in tutto il Mediterraneo è un risultato davvero importante, che festeggiamo insieme ai 105 proprietari delle imbarcazioni che formano la cooperativa, e naturalmente alle loro famiglie, che sono tutte direttamente coinvolte in questa attività artigianale”.
Cosa significa pescare in maniera sostenibile
Per la pesca alle vongole vengono impiegate le cosiddette draghe idrauliche, una sorta di grandi ceste che penetrano nel fondale marino per qualche centimetro raccogliendo la fauna bentonica, composta anche dalle vongole. Nel caso veneto, la pesca avviene su una superficie pari al 35 per cento dell’area popolata dalle vongole, mettendo in atto un piano di rotazione che permette il pieno recupero delle aree sfruttate. Inoltre vengono effettuate attività di spostamento di banchi naturali, utili a riseminare il prodotto in aree meno produttive. Successivamente le stesse zone di mare vengono interdette alla pesca, creando vivai fondamentali dal punto di vista biologico-riproduttivo. L’aera di pesca viene monitorata dall’Istituto di Ricerca Agriteco, per assicurare che l’attività di pesca sia svolta in linea con gli obiettivi di gestione. Le barche infine sono controllate in tempo reale tramite satellitare, per verificarne l’operato anche da parte delle autorità.
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