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Promette di crescere rapidamente la rete di ricarica autostradale. Dopo l’accordo tra alcuni dei più importanti marchi automobilistici al mondo per la realizzazione di 400 stazioni ultraveloci lungo le arterie del Vecchio Continente, ora anche l’Enel, il principale fornitore d’energia in Italia, si muove per favorire la diffusione delle vetture alimentate a batteria. Quello che
Promette di crescere rapidamente la rete di ricarica autostradale. Dopo l’accordo tra alcuni dei più importanti marchi automobilistici al mondo per la realizzazione di 400 stazioni ultraveloci lungo le arterie del Vecchio Continente, ora anche l’Enel, il principale fornitore d’energia in Italia, si muove per favorire la diffusione delle vetture alimentate a batteria. Quello che un tempo era l’Ente nazione per l’energia elettrica – oggi è una società per azioni privatizzata a partecipazione prevalentemente pubblica – ha infatti vinto un bando europeo per l’installazione di 180 colonnine lungo le autostrade italiane.
Il progetto prevede la creazione di veri e propri “corridoi elettrici” in corrispondenza delle principali arterie italiane, cui aggiungere 20 stazioni di ricarica in Austria. I lavori sono in procinto di partire e testimoniano il crescente interesse per la mobilità elettrica, anche a lungo raggio. Non a caso, Carlo Tamburi, direttore di Enel Italia, ha affermato come “tra propulsione elettrica e a gas non c’è partita: le emissioni delle auto a batteria sono meno della metà rispetto a quelle delle auto alimentate mediante idrocarburi e metano. E andrà sempre meglio, dato che le rinnovabili oggi sono al 37 per cento”. Un orizzonte condiviso dai costruttori che, assodato il traguardo dei 300 chilometri di autonomia, per i nuovi modelli attesi nel corso del prossimo decennio guardano con convinzione ai 500 chilometri di percorrenza a ogni ricarica. Un’evoluzione tecnica che renderebbe ancor più concreta la possibilità di viaggiare a zero emissioni sulle lunghe distanze.
L’installazione delle colonnine autostradali da parte di Enel rientra in un più ampio progetto elettrico basato sugli studi condotti in collaborazione con il Politecnico di Milano e l’università Bocconi. L’obiettivo è quello di definire l’esatto numero di stazioni di ricarica necessarie per soddisfare l’attuale e futuro fabbisogno d’energia dei veicoli a batteria nel nostro Paese. Il risultato di questo lavoro dovrebbe condurre in tempi brevi all’installazione di quasi 20mila connettori ad alta capacità, sufficienti per alimentare un milione di auto con un’autonomia minima di 150 chilometri. Un piano ambizioso sul quale avrebbe dovuto innestarsi una campagna d’incentivi statali volta a favorire la diffusione dei veicoli a zero emissioni, sulla falsariga di quanto realizzato in Germania e nei Paesi del Nord Europa. Un’iniziativa in fase avanzata di studio da parte dell’esecutivo presieduto da Matteo Renzi, ma ora resa vacillante dal terremoto politico succeduto al referendum costituzionale del 4 dicembre. Non resta che attendere le decisioni del nuovo governo.
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